Che l’Unione Europea stia rivendicando il proprio ruolo sullo scacchiere geopolitico mondiale è, certamente, un orientamento da tempo dichiarato, ma che solo recentemente ha registrato importanti accelerazioni nelle scelte fattuali. Basti ricordare quanto avvenuto in tema di emissioni di propri titoli a sostegno di un’indipendenza economico – finanziaria dell’UE, che sollecita interessanti aspetti di condivisione della politica di bilancio. Oppure, passando al campo dell’economia reale, quanto si sta predisponendo in uno dei settori cruciali per lo sviluppo economico con l’emanazione del Chips Act, che ha l’obiettivo di facilitare all’UE il raggiungimento di un’importante autonomia negoziale e produttiva in tema di semiconduttori.
Ed ora, la settimana scorsa, il Commissario all’Industria, il francese Thierry Breton, ha lanciato un progetto di importanza strategica fondamentale, legato alla creazione di una rete che garantisca ai Governi, alle imprese e ai privati una valida connettività spaziale attraverso i satelliti. In realtà, l’UE non è nuova ad iniziative legate alle attività nello spazio, come dimostrano i programmi di esplorazione spaziale Copernicus e Galileo dello scorso decennio, attivati per l’osservazione della Terra e per la realizzazione di un sistema di navigazione satellitare; programmi, che hanno rivelato la loro utilità, anche e soprattutto, in caso di catastrofi naturali, permettendo di intervenire efficacemente e rapidamente.
Se, dunque, la gestione condivisa dello spazio in collaborazione con le altre potenze, Stati Uniti e Russia innanzitutto, costituisce un aspetto strategico certamente non inedito, quel che colpisce in questo ultimo progetto della Commissione del valore complessivo di 6 miliardi di euro, da investire da qui al 2027, è la sua finalità specifica che segna un autentico salto di qualità; risultando legata all’esigenza di favorire una politica comune di cybersecurity e di sostanziale autonomia anche in questo delicato settore, anche per le sue inevitabili connessioni con gli aspetti di sicurezza militare. Va, infatti, ricordato che nel bilancio dell’UE è già previsto un Fondo Europeo per la Difesa con uno stanziamento complessivo di 8 miliardi di euro da investire tra il 2021 e il 2027.
Ora con questo nuovo progetto della Commissione, in definitiva, se da un lato si tocca la dimensione civile della gestione dello spazio, dall’altro si innesca un meccanismo di incentivazione sul piano militare all’insegna di una politica di difesa comune; riaffermando, così, per l’Europa il diritto a una propria efficace tutela nello spazio e nel dominio cibernetico.