In “piazza” contro la violenza sulle donne, ma non solo…

Oggi, 25 novembre, in molte città italiane si svolgeranno manifestazioni che a seguito del recente feroce delitto di Giulia Ceccherini sarà incardinata anche contro la violenza sulle donne, ma in realtà è anche una manifestazione politica di denuncia e di protesta contro l’attuale Governo con l’inevitabile rischio che anche per l’opinione pubblica possa essere scambiata per un’iniziativa che strumentalmente viene estesa al tema delle violenze contro le donne, perché in realtà tratterà dei tanti temi che gli attori hanno scelto come sintomo principale di una grave ingiustizia sociale la cui responsabilità attribuiscono a questo Governo.

Due saranno le sedi principali: una al Circo Massimo alle ore 14 a Roma e l’altra a Messina. Entrambe scelte per protestare contro la violenza patriarcale, ma non solo.

Non ne abbiamo conferma, ma alla manifestazione potrebbe essere presente anche Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, massacrata dall’ex fidanzato. Non è certa anche la partecipazione della numero uno del PD Elly Schlein che, però, assicura: “Il PD ha sempre partecipato e parteciperà anche domani. Io sono a Perugia al mattino, se farò in tempo parteciperò volentieri come ho sempre fatto. Ma non userei in modo strumentale questo appuntamento.

Gli organizzatori motivano con queste parole il perché dell’iniziative – “Torniamo in piazza contro il Governo, le sue politiche e le sue retoriche che dietro una misera facciata di contrarietà alla violenza nei fatti ne riproduce e anzi consolida le fondamenta in tutti gli ambiti della vita: dalla scuola, alla famiglia, alle relazioni interpersonali, agli ospedali, ai tribunali, alle politiche pubbliche“.

Leggendo il loro appello si trovano, ovviamente, tutti i punti centrali  del contrasto all’attacco sempre più feroce all’autodeterminazione di donne, persone non binarie e Lgbtqiapk con disabilità, migranti e seconde generazioni, sex workers e alle persone povere. Ma gli organizzatori precisano che “ si torna in piazza contro il Governo , le sue politiche e le sue retoriche – e aggiungono – Non vediamo discontinuità vera tra questo governo di estrema destra della Meloni e i precedenti meno conservatori e nazionalisti.

Tra i temi politici citati come –   la cancellazione del reddito di cittadinanza e l’affossamento del dell’insufficiente tentativo di fissare un tetto per il salario minimo; il ponte sullo Stretto definito ‘un grande specchio per le allodole e il Mostro i tentativi di moltiplicare le basi militari e le pratiche di controllo varie; quali ricoprire le Città di Venezia e Messina di telecamere a riconoscimento facciale prodotte in Israele.

Ma è sulla situazione in Medio Oriente  che – “Non una di meno‘ prende le posizioni più nette. A partire dal manifesto dell’evento, in cui si legge “Palestina libera“, e nella piattaforma si legge: “Lo stato Italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo e schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo Palestinese“.

Sappiamo, inoltre, “che la guerra è la manifestazione più totalizzante della violenza patriarcale” e “per questo, e più che mai, siamo al fianco del popolo palestinese che affronta l’ultimo episodio della lunga storia di un genocidio portato avanti da uno degli apparati politico-militari più potenti al mondo, lo Stato di Israele. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo“.

La piattaforma, in coerenza, chiede un chiaro posizionamento in favore del popolo palestinese e della sua liberazione e una visione antimilitarista che ci permetta di evidenziare come i conflitti armati siano l’espressione più terribile della violenza patriarcale.

(Foto screenshot)

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