Giuseppe Vegas, Presidente del Comitato Nazionale per i 150 anni della nascita di Luigi Einaudi ha commentato, in Campidoglio, il 24 us, alla presenza del Capo dello Stato, la figura di questo Grande Italiano.
È un messaggio estremamente significativo rivolto, come monito, alle presenti generazioni, e come esortazione alle future generazioni.
“La figura di Luigi Einaudi si colloca a ragione tra i Padri della nostra Patria repubblicana. Per aver dato corpo, per la prima volta, alla sua suprema magistratura. Unendo, in quell’impegno, straordinarie doti morali ed intellettuali. E assumendosi il compito, che il Nostro sentì assai gravoso, di delineare, con rigore ma anche con sobrietà, i precedenti di quel nuovo istituto, al quale i suoi successori si sarebbero dovuti attenere negli anni futuri.
Ma Einaudi non fu solo un uomo di Stato: senatore del Regno, Costituente, Governatore della Banca d’Italia, ministro del Bilancio e infine Presidente della Repubblica, ma rappresentò una umanità “a tutto tondo”, una sorta di contemporaneo uomo rinascimentale. In ogni campo in cui la sua attività ha spaziato è stato un Maestro e ha lasciato un segno indelebile.
Dall’attività accademica: docente di Scienza delle Finanze a Torino godeva di un prestigio internazionale, che gli consentiva di dialogare al pari con i massimi esponenti della scienza economica. Da editorialista de La Stampa prime e de Il Corriere della Sera poi si fece carico di una insostituibile opera di divulgazione, che seppe orientare lettori preoccupati per le nubi che si addensavano nel futuro.
Ma la maggior riconoscenza gli dobbiamo per l’opera svolta alla guida della Banca d’Italia e del Ministero del Bilancio negli anni tempestosi dell’immediato dopoguerra. In pochi mesi seppe piegare un’inflazione che sembrava inarrestabile. La sua instancabile azione a difesa del risparmio e a tutela dei conti pubblici seppe indicare agli italiani ed ai mercati internazionali quale livello di fiducia poteva essere attribuito alla nuova Italia, che, grazie alla Sua guida, avevo intrapreso un percorso virtuoso di crescita, che ci avrebbe portato, di lì a poco, al miracolo economico.
Tuttavia, il passato non basta. Molto è ancora ciò che il pensiero e l’opera di Luigi Einaudi ci possono insegnare, soprattutto come metodo morale ed intellettuale per affrontare le odierne temperie. Lo possono fare soprattutto a vantaggio delle giovani generazioni, aiutandole a trovare una strada per discernere, tra le infinite nebulose sollecitazioni cui sono sottoposte, la viua dello studio e del dialogo.
Il senso e il proposito dell’attuale celebrazione è proprio questo. Aprire un dialogo con gli italiani di domani per mettere loro a disposizione gli indispensabili strumenti intellettuali per guidarli nelle scelte che riguardano il loro futuro. “Conoscere per deliberare”, come avrebbe detto Einaudi.”