Hamas rifiuta offerta su ostaggi e tregua. Israele richiama negoziatori Qatar

Israele richiama la sua squadra negoziale dal Qatar dopo che Hamas ha rifiutato la sua ultima offerta nei colloqui per un accordo sugli ostaggi e una tregua. A scriverne sono i media israeliani.

In una dichiarazione, l’ufficio del Primo ministro Benjamin Netanyahu afferma che la posizione di Hamas è “una prova evidente del suo disinteresse a continuare i colloqui, e una triste testimonianza del danno causato dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite“, riferendosi all’appello per un cessate il fuoco a Gaza approvato ieri sera. “Israele non cederà alle richieste deliranti di Hamas”, aggiunge.

La decisione degli Stati Uniti di non porre il veto sulla risoluzione ONU finirà per danneggiare Israele nei colloqui per liberare gli ostaggi tenuti prigionieri nell’enclave. A dichiararlo è stato il Ministro degli Esteri israeliano che – intervenendo alla Radio dell’esercito israeliano – ha tracciato una linea diretta tra il rifiuto di Hamas delle condizioni israeliane per una tregua e un accordo sugli ostaggi in cambio del rilascio dei prigionieri e la decisione degli Stati Uniti di consentire che la misura venisse approvata, una decisione che ha definito “un errore morale ed etico”. “Hamas – ha dichiarato Israel Katz – si basa sul fatto che… ci sarà un cessate il fuoco senza che sia necessario pagare nulla”.

Israele su risoluzione ONU: “un messaggio poco positivo”

Katz ha quindi sostenuto che i legami tra Gerusalemme e Washington rimangono forti, annunciando l’imminente incontro con la Senatrice repubblicana Lindsey Graham e descrivendo la posizione del Presidente Joe Biden come il risultato delle pressioni “di un’ala radicale” all’interno del partito democratico. Ma il messaggio che arriva dalla risoluzione, soprattutto dalla sua versione in lingua araba, ha aggiunto, è che “Hamas non ha bisogno di affrettarsi” per raggiungere un accordo. Come risultato, ha proseguito Israele dovrà aumentare la pressione militare per dimostrare il suo impegno a rilasciare gli ostaggi e sconfiggere Hamas.

“A nostro avviso, c’è stato un messaggio, un messaggio poco positivo, per chiunque sia dalla parte di Hamas, che gli Stati Uniti non sostengono così tanto Israele, e quindi dobbiamo dimostrare, militarmente, che manterremo i nostri obiettivi”. Lo riporta il Times of Israel.

Rafah, nuovo raid: 18 palestine morti, di cui 9 bambini

Intanto, l’inferno nella Striscia prosegue. Sarebbe di almeno 18 palestinesi uccisi, di cui nove bambini, il bilancio di un nuovo raid israeliano su Rafah, nel Sud. Lo ha riferito il giornale palestinese “Filastin”, legato ad Hamas, secondo cui nel bombardamento è stata colpita l’abitazione della famiglia Abu Nuquira, dove vivevano diversi bambini: le vittime sarebbero nove, di età compresa tra i due e i nove anni.

Missione a Teheran per il leader dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo riferisce la tv iraniana Press Tv, secondo cui Haniyeh ha in programma incontri con i vertici della Repubblica islamica.

L’Aeronautica britannica ha paracadutato oltre dieci tonnellate di generi alimentari sulla Striscia di Gaza, dove la popolazione è sull’orlo di una carestia “imminente”. In una nota, il Governo di Londra ha fatto sapere che gli aiuti lanciati “consistono in acqua, riso, farina, conserve ed alimenti per bebé”.

Un aereo della Royal Air Force (Raf) britannica è decollato ieri da Amman, in Giordania, e ha lanciato gli aiuti al largo della costa settentrionale di Gaza, riferisce ancora la nota, nella quale si sottolinea che il Regno Unito “ha triplicato il bilancio per gli aiuti per Gaza, ma vogliamo andare oltre per ridurre le sofferenze” della popolazione.

(foto di Pixabay)

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