Chiesto il rinvio a giudizio per i 15 indagati (di cui 4 società) dell’inchiesta sulla Fondazione Open. Tra gli indagati figurano, come noto, il Senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, la Deputata di IV Maria Elena Boschi e il Deputato del Partito Democratico Luca Lotti. Si terrà il 4 aprile l’udienza davanti al Giudice per le indagini preliminari.
Renzi, Boschi, Letta, oltre che all’avvocato Alberto Bianchi, ex Presidente della fondazione, agli imprenditori Marco Carrai e Patrizio Dominici sono imputati per il reato di finanziamento illecito ai partiti. Gli altri reati contestati, in seno all’indagine, sono riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali.
7 mln di euro nella ‘cassaforte renziana’ dal 2012 al 2018
L’inchiesta riguarda l’attività della fondazione che dal 2012 al 2018 ha totalizzato 7 milioni di euro di fondo, a sostegno anche della scalata di Renzi da Sindaco di Firenze a Segretario del PD, incluse le attività politiche della Leopolda. Quanto emerso dal 2019 racconta di un soggetto che ha lavorato come una sorta di ‘cassaforte renziana’.
A Lotti, ex membro del CDA della Open e membro del Governo tra 2014 e 2017, in particolare, si contestano due episodi di corruzione per l’esercizio della funzione: prima come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi come Ministro dello Sport. In quel periodo, secondo le accuse della Procura, Lotti si sarebbe adoperato per disposizioni normative favorevoli a due società che aveva finanziato Open, la Toto Costruzioni e la British American Tobacco.
L’inchiesta della Procura fiorentina, guidata da Giuseppe Creazzo, è stata condotta dal Procuratore aggiunto Luca Turco e il Pubblico Ministero Antonino Nastasi.
(foto Adnkronos)