L’Unesco ha deciso di iscrivere il Festival di Durga Puja nella lista del Patrimonio immateriale dell’umanità. Secondo il comunicato dell’Agenzia delle Nazioni Unite, la festa che si svolge ogni autunno nella capitale del Bengala Occidentale, è la sola approvata su altre venti tradizioni indiane candidate.
Il Premier Modi ha salutato la decisione come “un momento di orgoglio e gioia per ogni indiano – e ha scritto su Twitter che – “La Durga Puja di Calcutta è un’esperienza che ognuno dovrebbe vivere nella vita“.
Durante la settimana della manifestazione, che si svolge dal sesto al decimo giorno di luna piena nel mese di Ashvin, il sesto del calendario induista, normalmente verso fine ottobre, le organizzazioni di tutto lo stato, allestiscono quasi 40 mila “altari” e cerimonie in onore della dea Durga, nota anche come Khali.
Solo a Calcutta gli eventi sono circa 2.500, con milioni di persone che per cinque giorni frequentano i quartieri della città per rendere omaggio alla dea dalle molte braccia, che cavalca una tigre, e visitare i “pandals“, gli scenografici allestimenti, spesso costosissimi.
Sono già 14 gli eventi indiani iscritti nella lista del Patrimonio intangibile dell’Unesco, compreso lo Yoga e il Kumbh Mela, il più grande pellegrinaggio religioso del mondo, ammessi nell’elenco rispettivamente nel 2016 e 2017.