L’ultimo aggiornamento del report Epidemia Covid-19 dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sottolinea che nell’ultimo mese: “il 33% di diagnosi, il 71% di ricoveri in terapia intensiva e 69% di morti sono tra chi non ha ricevuto dosi di vaccino”.
L’Istituto Superiore di Sanità traccia con tabelle e dati consolidati il quadro della situazione. Un dato per tutti è che su 150 ingressi in terapia intensiva, 123 erano non vaccinati.
Il report dell’Iss evidenzia inoltre che: “Al 29 luglio, in Italia, il 90,6% degli over 80 in Italia ha completato il ciclo vaccinale previsto con diciannove Regioni e province che hanno raggiunto una copertura vaccinale superiore all’80% in questo gruppo di età. Nelle fasce di età 70-79 anni e 60-69 anni la copertura vaccinale completa si attesta rispettivamente con due dosi intorno al 84,3% e 74,7%”.
L’Iss ha stimato l’efficacia complessiva della vaccinazione dal 4 aprile al 25 luglio 2021. Scrivono nel report: “È superiore al 65% nel prevenire l’infezione in vaccinati con ciclo incompleto e superiore all’85% per i vaccinati con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione sale all’81,7% con ciclo incompleto e al 95% con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’89% con ciclo incompleto e 97,2% con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’80,3% con ciclo incompleto e a 96,4% con ciclo completo”.
Il Presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha sottolineato ancora una volta l’importanza di completare il ciclo vaccinale. Al 20 luglio in Italia la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, in forte aumento rispetto alla indagine del 22 giugno, con valori oscillanti tra e singole regioni tra 80% e 100%.
Brusaferro dichiara: “Il vaccino riduce la probabilità di contrarre l’infezione e ancora di più il rischio di ospedalizzazione e di mortalità. Se i vaccinati contraggono l’infezione, nella maggior parte dei casi hanno sintomi lievi, ma il virus si moltiplica e possono trasmetterlo. Fauci ha sottolineato che lo possono trasmettere come possono trasmetterlo i positivi non vaccinati. Per questo bisogna continuare a usare mascherine, distanziamento ed essere prudenti“.
Il Professor Gianni Rezza in merito ad un’eventuale terza dose di vaccino ha spiegato che in Italia c’è ancora indecisione sull’argomento, che non ci sono evidenze così forti da poter dire di fare la terza dose a tutti o a qualcuno. Rezza precisa: “Alcuni paesi come Israele hanno scommesso sulla terza dose dopo 5-6 mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, l’Inghilterra sta pensando a un richiamo ai più fragili, altri Paesi hanno deciso di vaccinare persone immunodepresse. Gli studi dicono che almeno fino a 9 mesi siamo protetti, almeno dalle forme più gravi della malattia, nel giro di un mese dovremo decidere chi vaccinare e in quali tempi con la terza dose”.