Il giorno dopo la semifinale tra Italia Spagna, l’ultimo rigorista azzurro, Jorginho, quello che ci ha regalato la finale, spiega la sua tecnica di concentrazione. Freddo. Sicuro di sé. Semplicità. Ha fatto esattamente tutto ciò che dovrebbe fare un campione che, nel momento cruciale del match, quando ha addosso gli occhi di tutti e il peso della responsabilità, riesce a isolarsi, a non sentire più nulla che non sia il battito del suo cuore. Lo ha calmato, si è calmato mettendo in atto il gesto più naturale al mondo.
Le parole di Jorginho: “Ho fatto un bel respiro e ho calciato. Ho fatto quello per cui mi alleno. Dopo ti senti più leggero. Dopo, quando calci, senti che è finita ed è come togliersi un peso dalle spalle…però in quel momento ho cercato di dimenticare tutto quello che c’è intorno, di fare quello per cui mi sono allenato. Ho controllato la respirazione e ho fatto quello che so fare. È stata una partita sofferta, contro una grane squadra, che ci ha fatto correre tanto. Questo gruppo non molla, l’Italia non molla mai. Meritiamo il meglio.”
Il portiere spagnolo, Unai Simon, non ha potuto fare altro che cercare di parare una palla battuta da un Jorginho sereno, come se stesse giocando nel cortile della Chiesa sotto casa, ma non ce l’ha fatta, si butta dalla parte opposta e l’Italia urla tutta la sua gioia, correndo verso quel giocatore che nessuno gli dava credito perché, secondi alcuni, non ha il fisico per sopportare un gioco di un certo livello. E lui ha smentito tutti con la sua calma serafica, ma efficace!