Negato alla famiglia, per il terzo giorno consecutivo, l’accesso alla salma di Alexei Navalny, oppositore del Presidente Putin, morto nei giorni scorsi in un carcere russo. Lo rendono noto i collaboratori dell’uomo deceduto, anche se il Cremlino ha replicato di non poter ovviare al problema per ragioni di competenze.
La vedova di Navalny ha dichiarato di voler continuare il lavoro del marito, che ancora non conosce la causa ufficiale della sua morte. Per Yulia Navalnaya a uccidere il marito sarebbe stato il Presidente della Russia, Vladimir Putin, come da lei dichiarato in un videomessaggio. “Mentono meschinamente e nascondono il suo corpo attendendo quando svaniranno le tracce dell’ennesimo Novichok di Putin. Scopriremo certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce“, ha affermato Yulia Navalnaya.
Da Mosca intanto fanno sapere che l’inchiesta per fare chiarezza su quanto accaduto è in corso, anche se non sta producendo risultati. Mosca ritiene inoltre inammissibili le dichiarazioni “rozze” da parte dei Paesi occidentali sulla morte di Navalny, come affermato dal portavoce russo Dmitry Peskov.
Oggi si terrà una fiaccolata in Campidoglio per chiedere chiarezza su Navalny, lanciata da Azione. Per Calenda quella odierna potrebbe essere una prima volta nella storia della Repubblica, con una manifestazione che rappresenta l’intero arco parlamentare.
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