L’Europa si trova ad affrontare il momento più drammatico della sua storia dopo la fine della seconda guerra mondiale.Verrà il tempo per gli storici di analizzare e cercare di comprendere quanto accaduto e di evidenziare responsabilità o mancati interventi.
Per ora viviamo con preoccupazione l’evolversi della guerra in atto, seguendo l’escalation di violenza conseguente all’azione bellica e restando attoniti di fronte alla paura, al dolore, all’angoscia delle persone comuni, di uomini e donne. E bambini. Come sempre davanti ad avvenimenti devastanti l’essere umano per resistere, cerca spiegazioni, cerca di capire.Proviamo a farlo insieme.
Aspetti storici e socio-politici
La Russia considera l’Ucraina come parte naturale della sua sfera di influenza e va tenuto presente che molti ucraini sono di madrelingua russa, nati quando il Paese faceva parte dell’Unione Sovietica prima di ottenere l’indipendenza nel 1991.
1991 – Dissoluzione dell’Unione Sovietica: l’Ucraina proclama l’indipendenza. Fanno parte del territorio ucraino anche il Donbass (a est) e la penisola di Crimea, storicamente strategica, in riva al Mar Nero.
2004 – Rivoluzione arancione: il partito del filorusso Viktor Janukovic vince le elezioni, ma viene accusato di brogli. Le manifestazioni pacifiche di protesta dell’opposizione (che aveva come simbolo quel colore) ottengono la ripetizione del voto.
Nelle elezioni successive Janukovic è sconfitto dal filoeuropeista Viktor Juscenko.
2010 – Dopo anni di governi più europeisti alternati a crisi politiche ed economiche, il candidato filorusso Janukovic vince di nuovo le elezioni e diventa Presidente.
Il nuovo parlamento vota l’abbandono delle aspirazioni ucraine all’ingresso nella Nato, promosse dalle maggioranze precedenti.
2013 – Janukovic annuncia il congelamento della firma dell’accordo di associazione con l’Ue. Segue un’ondata di violente proteste – in particolare in piazza Maidan, a Kiev.
Questo movimento filoeuropeista prende il nome “Euromaidan”.
Le manifestazioni vanno avanti per mesi.
Febbraio 2014 – Le proteste si inaspriscono, e non sono pacifiche come quelle della rivoluzione arancione di Juscenko.
Negli scontri i militari di Janukovic uccidono 77 manifestanti a Kiev. Il parlamento vota l’impeachment del presidente filorusso Janukovic.
Marzo 2014 – Come reazione alla caduta di Janukovic, in Crimea e Donbass scoppiano insurrezioni dei filorussi. Ma soprattutto: la Russia invade e annette la Crimea, che allora faceva parte dell’Ucraina.
Per risposta, gli Usa e la Ue impongono sanzioni via via più severe alla Russia.
Aprile 2014 – Milizie filorusse si impadroniscono di parti delle regioni di Donetsk e Luhansk (cioè il Donbass, al confine con la Russia). Da allora, di fatto, in Ucraina orientale è in corso una guerra civile che causa almeno 14mila morti.
Maggio 2014 – Il filoccidentale Poroshenko vince le elezioni presidenziali ucraine.
Settembre 2014 – La Nato dimostra che soldati e mezzi pesanti dell’esercito russo sono in Ucraina orientale.
Il parlamento ucraino approva l’accordo di associazione dell’Ucraina alla Ue. Ma secondo le clausole commerciali, l’accordo entra in vigore dal 2016
Febbraio 2015 – Cessate il fuoco in Donbass, grazie alla mediazione delle diplomazie Ue
Maggio 2018 – Putin inaugura un ponte di 18 chilometri che collega la Russia alla Crimea.
L’Unione Europea e l’Ucraina protestano: per loro l’annessione della Crimea alla Russia resta illegale.
2019 – Un noto comico televisivo, il filoeuropeista Volodymyr Zelensky, vince le elezioni presidenziali ucraine. Il suo partito “Servitore del popolo” vince le elezioni parlamentari.
Nel programma di Zelensky c’è l’adesione dell’Ucraina alla NATO entro il 2024.
2022 – Zelensky ribadisce l’intenzione dell’Ucraina di entrare nella Nato. Tensione altissima al confine con la Russia, dove intanto si addensano le truppe e i mezzi militari.
Aspetti economici-produttivi.
Fino a qui le motivazioni storico-sociali del rapporto Russia -Ucraina ma non possono essere tralasciati gli aspetti produttivi ed economici determinanti ,molto spesso fondamentali ,nelle scelte politiche dei Paesi e di chi li governa.