La Russia vuole ricostituire le aree ex-sovietiche

La relazione annuale dell’intelligence italiana al Parlamento afferma che nell’era post-sovietica, Mosca ha cercato di riaffermare la propria primazia sull’area. Il rapporto spiega che per il Cremlino, le Repubbliche ex sovietiche sono considerate il perimetro minimo di sicurezza atto a garantire la cosiddetta “profondità strategica” all’azione esterna di Mosca e alla sua volontà di essere riconosciuta fra le grandi potenze mondiali.

Lo studio definisce “centrale” in questa strategia proprio la crisi ucraina e spiega come le bozze di trattato sulle garanzie di sicurezza con gli USA e la Nato, divulgate dal Cremlino nel dicembre scorso, devono essere  lette e interpretate come il “potenziale innesco di un negoziato su una nuova architettura securitaria europea”.

La relazione segnala  la minaccia cyber per l’Italia, con il forte aumento degli attacchi portati da “attori di matrice statuale”, passati dal 5% al 23% .

Si evidenzia, inoltre, come la forte dipendenza dall’importazione dell’approvvigionamento energetico nazionale, segnalando tuttavia che il sistema infrastrutturale sarebbe in grado di far fronte anche all’interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Russia fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, ha veicolato il 38% del fabbisogno nazionale.

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