Decisione simbolica, ma importantissima, dichiarare una zona di libertà per la comunità LGBTIQ. Soprattutto dopo quello che sta succedendo in paesi come Polonia e Ungheria, colpevoli di aver creato zone “libere dall’ideologia LGBTIQ”. Ricordiamo che in almeno 20 città polacche, fra la fine di giugno e i primi di luglio 2020, ci sono state innuverevoli marce in difesa dei diritti Lgbt. La Polonia urbana e liberale ha risposto con una crescente di intimidazione contro la comunità gay, lesbica, bisessuale e transgender.
Negli ultimi mesi decine di Comuni e Assemblee Regionali si sono dichiarati “liberi dall’ideologia Lgbt”; una definizione omofoba che alla lontana sembra evocare l’orrendo concetto della Germania nazista “Judenfrei – libero da ebrei” usato durante l’esecuzione della Shoah nei Paesi occupati dal Reich, Polonia inclusa.
Polonia anti LGBTIQ
La decisione del Parlamento Europeo di prendere una posizione netta e diretta è arrivata dopo che la stessa Polonia ha proposto di vietare per legge l’addozione alle coppie omosessuali. Oggi una legge solo formale, ma estendendo il divieto anche ai single omosessuali. Nel caso la legge dovesse essere approvata, consentirà alle autorità di eseguire controlli sulla vita privata delle persone single che chiedono di adottare un bambino; se dovesse essere scoperta una relazione omosessuale, quella persona sarà perseguibile penalmente. “Stiamo preparando un cambiamento in cui le persone che vivono in convivenza con una persona dello stesso sesso non possano adottare un bambino, quindi una coppia omosessuale non sarà in grado di adottare un bambino“. Queste le parole del Vice Ministro della Giustizia Michal Wojcik.
Il Partito polacco Legge e Giustizia (PiS) afferma che i diritti degli omosessuali sono una minaccia per lo stile di vita cattolico romano del paese.
Il Parlamento Europer ha comunque minacciato i due paesi, che se dovessero continuare ad accanirsi contro le persone LGBTIQ, tratterrà alcuni fondi europei a loro destinati.