L’Italia oggi: zona gialla e arancione ma anche rossa

L’Italia oggi è quasi tutta in zona gialla, con regole e misure meno rigide su gran parte del territorio nazionale. Con l’indice Rt che si attesta a 0.84 sono in zona gialla 17 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto. Sono in zona arancione, invece, la Provincia Autonoma di Bolzano che però con ordinanza regionale entra in lockdown, Puglia, Sicilia, Umbria.

Franco Locatelli, Presidente del Consiglio superiore di sanità, ribadisce: “Quasi tutta Italia in zona gialla non significa che siamo tornati alla normalità. E’ importante non cambiare la rotta che ci ha portato fino a qui, se la situazione è migliorata è merito di tutto il Paese”.

Le regole della zona gialla

  • Il coprifuoco è fissato dalle 22 fino alle 5. Dopo quell’ora ci si può muovere solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Per spostarsi in quegli orari bisognerà fare un’autocertificazione.
  • Obbligo di mascherina anche all’aperto, a eccezione dei bambini sotto ai sei anni, di chi svolge attività sportiva e di chi ha patologie. Fino al 15 febbraio è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, tranne quelli per esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute.
  • Una sola volta al giorno è permesso spostarsi verso un’altra abitazione privata della stessa Regione o Provincia autonoma, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone. Chi si sposta può portare con sé i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti conviventi.
  • Le scuole superiori adottano la didattica in presenza almeno al 50% ed entro il limite del 75%. Per medie ed elementari resta la didattica in presenza. Le università organizzano la didattica con le autorità regionali.
  • Per bar e ristoranti restano le regole di apertura dalle 5 alle 18, consegna a domicilio consentita, asporto possibile con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
  • I musei possono rimanere aperti dal lunedì al venerdì tranne nei giorni festivi.
  • Restano chiusi cinema, teatri, sale scommesse, sale da gioco, discoteche, sale da ballo, sale da concerto, palestre, piscine, parchi tematici, terme e centri benessere.
  • I negozi sono aperti ma i centri commerciali sono chiusi nel weekend.
  • Chiusi gli impianti sciistici fino al 15 febbraio, previa autorizzazione delle autorità regionali, in base alla situazione sanitaria.

Micro zone rosse

Sono istituite delle micro zone rosse per tenere sotto controllo la circolazione delle varianti del virus.

Un’ordinanza della Regione prevede l’entrata in vigore delle misure più restrittive da oggi fino al 21 febbraio in Umbria nei Comuni della Provincia di Perugia. Inoltre in quelli di Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzo della Provincia di Terni, .

In Toscana a causa della presenza di casi di variante brasiliana e sudafricana l’area di Chiusi nel senese sarà “in rosso” per una settimana. Chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado con l’attivazione della didattica a distanza.


Disposizioni “particolari” anche in Abruzzo, dove torna la didattica a distanza per le scuole superiori, mentre sarà zona rossa l’area di Tocco da Casauria.

In Sicilia, il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ha previsto già da venerdì scorso l’entrata in vigore della zona rossa per Tortorici nel messinese.

Alto Adige in lockdown

Tre settimane di lockdown per l’Alto Adige. La Giunta provinciale ha stabilito: “Chiusi bar, ristoranti, buona parte dei negozi e strutture ricettive del turismo. Didattica a distanza per scuole elementari (da mercoledì 10), scuole medie e scuole superiori da oggi. Dopo le vacanze di Carnevale, elementari e medie torneranno alle lezioni in presenza, una settimana di Dad in più per le superiori. Divieto di spostamento dal proprio comune di residenza se non per motivi di lavoro, di salute e di necessità”.

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