LIVE – Draghi in Senato: “siete pronti a ricostruire il Patto di fiducia?”. Niente sconti a chi vacilla

Spirito repubblicano e unità. Fiducia, fiducia concreta. In circa 40 minuti di intervento al Senato il Premier Draghi non fa sconti a nessuno, a nessuno di quelli che hanno condotto oggi qui si intende. E lo ribadisce mentre sciorina in lungo e in largo quanto fatto dal Governo, il suo. Il tutto con una fermezza che lascia ben sperare e alla fine più sicuri sulle sorti politiche, e non solo, del Paese.

“L’Italia è forte quando sa essere unita” inizia, ma elenca poi le occasioni in cui questa sia andata frammentandosi. “Il desiderio di andare avanti insieme si è progressivamente esaurito”, rimprovera. Poi il punto: “Il voto di giovedì scorso – dice fermo Draghi – ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza. Non votare la fiducia di un  Governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo perchè equivarebbe ad ignorare il Parlamaneto, non è possibile contenerlo perché vorrebbe dire che chiunque potrebbe ripeterlo, non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum. L’unica strada se vogliamo ancora restare insieme è ricostruire da capo questo patto con coraggio, altruismo, credibilità”. Da questo momento in poi salgono le voci dell’aula per tutto il resto dell’intervento, più o meno udibili, fino alla fine.

La continuità la chiedono gli italiani: mobilitazione “senza precedenti”

“A chiederlo – continua il Premier –  sono soprattutto gli italiani. La mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori per la prosecuzione di questo Governo è senza precedenti e impossibile da ignorare”. Sale la tensione nell’aula. E fa riferiemento a due appelli, in particolare: quello di circa 2mila Sindaci e quello del personale sanitario, “gli eroi della pandemia”. “Serve un sostegno convinto, non un sostegno fatto con proteste non autorizzate e talvolta violente contro la maggioranza di Governo“, dice più avanti.

Quindi la polica energetica, il cambiamento climatico, l’Ucraina, altro terreno di scontro con quelli che sembrano sempre più profilarsi come i destinari della comunicazione in aula. “Questo Governo si identifica completamente e nell’UE e nel legame Transatalantico. Dobbiamo continuare a sostengere l’Ucraina in ogni modo”. Così cita Zelensky raccontando di una recente telefonata in cui il Presidente ha ribadito che “armare l’Ucraina è il solo modo per permettere agli ucraini di difendersi”. Draghi riprende la posizione avallandola, dall’aula si sente dissenso.

Ancora, sempre sul terreno di scontro Draghi Conte: “Il Reddito di cittadinanza può essere migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro”. Poi sulla politica energetica, altro pomo del contendere. Draghi cita il vertice di Algeri e spiega la linea del Governo: “diversificare i fornitori, spingere sull’energia rinnovabile”. Quindi l’affondo: “non è possibile dire che si vuole la sirurezza energetica degli italiani e poi si protesta contro queste strutture”.

Così conclude e riassume. “All’italia non serve una fiducia di facciata, serve un nuovo patto di fiducia sincero e concreto come quello che ci ha permesso di costruire questo Paese. Siete pronti a ricostruire questo patto? A confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e poi affievolito? Sono qui in questa aula solo perché gli italiani lo hanno chiesto”. Le voci dagli scranni si fanno sempre più forti, ormai sono più di una. La Presidente Casellati è costretta a richiamare all’ordine ricordando che ci saranno adesso oltre 5 ore per discutere.

Il Premier quindi ripristinato il silenzio chiosa: “La risposta a questa domande non dovete darla a me, ma a tutti gli italiani”. Segue l’applauso dei Senatori, alcuni in piedi. Si sottrae all’elogio la Lega.

 

 

 

 

 

(foto di Pixabay)

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