LIVE – “Giorno del ricordo” in Senato: “costruire memoria storica condivisa”

La celebrazione in Senato del “Giorno del Ricordo” ha visto alternarsi gli accorati interventi della Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, del Vicepresidente della Camera dei Deputati, Ettore Rosato, fino alle conclusioni affidate ad un’altra alta carica dello Stato ovvero il Premier Mario Draghi. Fra Rosato e Draghi sono intervenuti il Presidente di Federesuli, Giuseppe De Vergottini, e il Vicepresidente vicario dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Donatella Schürzel.

Hanno arricchito la cerimonia due momenti musicali offerti dal Maestro Francesco Squarcia che si è esibito nell’Inno di Mameli e nell’Inno alla gioia. L’attrice Isabel Russinova ha letto due brani da “Verde acqua” e “Di sole, di vento, di mare” di Nelida Milani. Durante la cerimonia sono state infine premiate le quattro scuole vincitrici del Concorso nazionale “10 febbraio ‘Per amor di patria’”.

Le massime cariche per una lettura condivisa, l’unione, la coltivazione della memoria

“La memoria – ha detto Casellati – è la prima pietra su cui costruire un percorso di pace e riconciliazione“. E ha fatto riferimento particolare alle decine e decine di donne, fra cui anche suore, e bambine che sono state trucidate nell’eccidio delle Foibe. Senza dimenticare i milioni di italiani che hanno dovuto scegliere l’esodo e “indifferenza, ingiustizia e pregiudizio” una volta in territorio italiano.

“L’obiettivo di oggi – ha aggiunto Rosato – non è quello di distribuire colpe o ragioni, ma di ricordare vittime ed esuli“. E così ha fatto riferimento allo “spirito d’amicizia” e alla “condivisione” che oggi animano la “casa europea”. “A distanza di oltre settant’anni, dobbiamo cogliere l’opportunità di questa giornata per continuare a indagare sulle cause profonde di quanto accaduto – ha concluso il Presidente del Consiglio – . E dobbiamo continuare a costruire una memoria storica condivisa. Dobbiamo respingere ogni tentativo di strumentalizzazione per fini politici. Perché le vicende che oggi ricordiamo non possono essere un pretesto per provocazioni o propaganda”. 

 

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