Abusi sessuali su neonati, bambini costretti ad atti di autoerotismo. Una rete di pedofili smantellata in Lombardia.
Ventuno perquisizioni nelle province di Como, Lodi, Monza Brianza, Milano, Pavia e Varese hanno consentito l’arresto di 4 persone in flagranza di reato. Contestata la detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico.
In arresto una quinta persona. Si tratta di un uomo che, per anni, ha commesso abusi sessuali ai danni di due bambine in età preadolescenziale a lui legate da vincolo di parentela e di una amichetta. Il risultato è frutto di una complessa operazione (Ontario 3) finalizzata al contrasto della pedopornografia online.
Le minori erano spesso affidate all’uomo, che godeva della fiducia dei loro genitori. L’operazione ha permesso di documentare che le cinque persone arrestate hanno prodotto materiale pedopornografico inducendo giovanissimi, anche di sette otto anni, a compiere atti sessuali in streaming ovvero a riprendersi in atti di autoerotismo.
Gli operatori, durante la perquisizione, effettuavano l’ispezione informatica dei telefoni, l’analisi delle chat ed il successivo sequestro dei dispositivi in uso agli indagati, permettendo in tal modo di bloccare le attività di violenza sessuale poste in essere da almeno sei produttori del materiale.
Le perquisizioni informatiche dei dispositivi trovati in possesso degli indagati hanno svelato particolari inquietanti su video relativi a abusi sessuali su bambini in tenera età, anche neonati.
L’indagine, svolta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano e diretta dalla locale Procura della Repubblica, sono scaturite su impulso del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, a seguito di una segnalazione pervenuta in ambito di cooperazione internazionale di polizia relativa a utenti italiani coinvolti nella detenzione e diffusione di materiale pedopornografico su un noto social network.
Identificate altre 26 persone nella rete
La Polizia Postale di Milano ha analizzato oltre 117.000 connessioni, riuscendo a identificare 26 persone, di cui 5 già gravate da pregiudizi specifici: per restare anonime, avevano creato i profili social utilizzati per compiere le condotte illecite servendosi di caselle di posta elettronica aperte con dati fittizi e accedendo alla rete attraverso Wi-Fi aperte o connessioni intestate a terzi.
L’attività ha consentito di identificare diverse persone coinvolte e di sequestrare numerosi dispositivi informatici all’interno dei quali sono stati rinvenuti migliaia di file multimediali di natura pedopornografica.
(foto di Pixabay)