Nel Regno Unito è ripresa la mobilitazione di attivisti impegnati per i diritti umani e la libertà di stampa alla vigilia del processo britannico d’appello destinato a decidere sul ricorso presentato dalla giustizia USA per la richiesta di estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, cofondatore di Wikileaks. La sentenza di primo grado nel gennaio scorso l’aveva negata.
Nel fine settimana diverse centinaia di persone sono sfilate per le strade di Londra dalla sede della Bbc fino all’Alta Corte, dove mercoledì avrà inizio la due giorni di udienze sulla sorte dell’attivista australiano, inseguito senza tregua dagli USA fin da quando Wikileaks diffuse una montagna di documenti americani imbarazzanti, incluso quello sui crimini di guerra commessi sia in Afghanistan che in Iraq.
Assange è accusato in Usa di violazione dello Espionage Act, imputazione che è stata molto contestata dai difensori dei diritti umani e mai sollevata prima d’ora per un caso di pubblicazione giornalistica di file segreti, oltre che di complicità in pirateria informatica.
Assange da oltre due anni è detenuto nel carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh pur non avendo più alcuna pendenza con la giustizia del Regno Unito e dopo aver trascorso 7 anni da rifugiato nell’Ambasciata dell’Ecuador di Londra. Rischia una condanna a 175 anni di galera e secondo una perizia accettata dalla giudice di primo grado britannica la condanna lo esporrebbe al rischio del suicidio.
Gli avvocati di Assange hanno sempre respinto le accuse, ritenute una minaccia alla libertà di stampa e frutto di vendetta politica aggravate dalle ultime rivelazioni emerse nello scorso mese di settembre. Queste ultime confermerebbero che la CIA, durante l’amministrazione Trump, nel 2017, avrebbe stabilito di rapire e assassinare Assange durante la sua permanenza nella sede diplomatica equadorena.
A gennaio il Tribunale londinese aveva negato l’estradizione per tutelare la sua “salute mentale”. In estate però gli USA sono riusciti a mettere in discussione l’affidabilità della perizia accolta in primo grado , ottenendo il via libera all’appello.