Marco Mengoni presenta ‘Prisma’, il terzo album della trilogia ‘Materia’

Roma, 23 mag. (Adnkronos) – “Sono cresciuto, ho le idee più chiare su chi voglio essere e sul mondo in cui vorrei vivere”. È un Marco Mengoni “soddisfatto” e più ‘impegnato’ quello che presenta ‘Materia (Prisma)’, l’ultimo capitolo della trilogia iniziata a dicembre 2021 con ‘Materia (Terra)’ e proseguita ad ottobre 2022 con ‘Materia (Pelle)’. “La parola con cui vorrei accompagnare questo album è soddisfazione. Perché nonostante lo stop per Sanremo sono riuscito a mettere in questo disco tutto quello che volevo”. E la scelta del Prisma come simbolo di questo disco significa proprio questo: “Il prisma è un oggetto magico che trasforma la luce bianca in tutti i colori che la compongono. E in questo album ci sono tutti i colori che compongono le mie idee e le mie riflessioni. Sulla società in cui vivo, sull’essere umano, sulle sue relazioni, sulle sue emozioni”, dice Marco, reduce da “un anno inaspettato” vissuto “con una nuova consapevolezza e maturità”, tra dischi, live, la vittoria di Sanremo e il quarto posto all’Eurovision (nonché il Marcel Bezençon Composer Award, il premio assegnato per la miglior composizione da tutti gli autori dei brani in gara) con ‘Due Vite’.
E ‘Materia (Prisma)’, in uscita venerdì 26 maggio per Epic Records Italy / Sony Music Italy, si apre proprio con il brano ‘Due Vite’. Lo stesso giorno uscirà il singolo (e il video) ‘Pazza musica’ che vede Mengoni assieme ad Elodie per la prima volta. “Con Elodie ho un rapporto anche personale molto profondo. Ci scambiano riflessioni sulle cose più disparate. Ci eravamo ripromessi di fare qualcosa di pazzo e libero insieme. E questa ‘Pazza Musica’ è il risultato. Contiene l’augurio che ci siamo fatti di correre sopra le paure e il panico che ti prende quando affronti alcune sfide anche professionali”. Un invito ad assaporare il piacere di lasciarsi andare abbandonando le preoccupazioni quotidiane (“Corriamo forte sopra le paure e il panico, per mandare tutto al diavolo senza nessun perché”).
L’album contiene anche una collaborazione con Ernia nel brano ‘Fiori d’orgoglio’, che su un ritmo travolgente racconta le difficoltà che si presentano quando si sente il bisogno di tornare sui propri passi dopo gli errori commessi in un rapporto (“Mi manca ma non te lo dico mai, quando chiedevi tutto senza dare mai”).
Ma il pezzo più ‘politico’ dell’album è ‘The damned of the Earth’, una canzone con chiaro riferimento alla piaga del caporalato, alla violenza e alla disumanità che si porta dietro, che sul finale cita, con una registrazione, la voce di Nelson Mandela, simbolo della lotta per la pace e l’uguaglianza: “Our march to freedom is irreversible, we must not allow fear to stand in our way”, è la frase pronunciata dal Premio Nobel per la pace nel 1990 in occasione del suo rilascio dalla prigione in Sudafrica e che arricchisce questo inno. “Non parlerei di brano politico ma di un brano che parla di storia, di errori e di quanta strada si debba fare ancora. Sento puzza di timore per il futuro su alcuni temi che mi stanno a cuore, come l’inclusività”, sottolinea Mengoni che sul palco dell’Eurovision è salito con la nuova versione della bandiera rainbow, che contiene nuove strisce colorate dedicate alla comunità di colore, a quella transgender, ai malati di Hiv e a chi è morto per portare avanti la battaglia dei diritti. “Quello dei diritti delle minoranze è un tema troppo importante, per questo bisogna urlarlo”, aggiunge. “Sento che la nostra società sta facendo dei passi indietro che non voglio che faccia. Io sono per il progresso dell’umanità”, scandisce.
Tra le dieci tracce (“questa volta mi sono imposto in maniera molto drastica, in questo disco volevo solo i pezzi che ci dovevano stare, niente di più, anche se la rosa dei brani a cui avevamo lavorato era più ampia”) anche la ballad ‘Incenso’ su un rapporto giunto al capolinea con i ricordi che si mischiano alla realtà, ‘Un’altra storia’ (tra gli autori Franco 126) tra momenti vissuti intensamente e altri che non si ha avuto il coraggio di vivere, ‘In tempo’, un riflesso delle contraddizioni che abitano ogni persona, ‘Lasciami indietro (feat. Jeson)’, un gospel che è un elogio delle proprie debolezze e limiti. Il brano che chiude l’album è ‘Due Nuvole’, che vede Calcutta tra gli autori alla prima collaborazione con Mengoni e che è la fotografia di un incontro tra due persone che si ritrovano dopo tanto tempo e che, con timore, cercano un modo per rimettere insieme i pezzi.
Come in Materia (Terra) e in Materia (Pelle), anche nella tracklist di Materia (Prisma) compare un appunto, un intermezzo inserito per esplicitare al meglio il senso e la traiettoria dell’album. ‘L’Appunto 5: Non sono questo’ è stato il punto di partenza di questo disco e racconta dell’uso della voce anche come strumento. È infatti solo la voce di Marco protagonista di questo interludio, che – a differenza dei precedenti – ha più le fattezze del brano compiuto.
A conclusione di un anno straordinario e intensissimo, Mengoni quest’estate sarà live negli stadi a Bibione (17 giugno), Padova (20 giugno) Salerno (24 giugno), Bari (28 giugno, già sold out), Bologna (1 luglio, già sold out), Torino (5 luglio), Milano (8 luglio, già sold out) e il 15 luglio al Circo Massimo per il gran finale. “Ovviamente non vedo l’ora. E pur essendo lo stesso tour, ho cambiato diverse cose dagli ultimi live, anche perché si aggiungono i brani di ‘Materia (Prisma)”, spiega Marco.
I live in Italia anticipano il primo tour di Mengoni nei grandi spazi europei in programma il prossimo autunno a Barcellona (18 ottobre al Sant Jordi Club), Bruxelles (21 ottobre al Forest National), Amsterdam (23 ottobre all’AFAS Live), Parigi (25 ottobre allo Zénith Paris), Francoforte (27 ottobre presso Jahrhunderthalle), Vienna (29 ottobre al Gasometer), Zurigo (31 ottobre presso Hallenstadion) e Monaco (2 novembre all’Olympiahalle). “Posti più grandi di quelli fatti finora. È una sfida emozionante”, dice Mengoni, che all’Eurovision ha macinato numeri straordinari. ‘Due Vita’ è tornato, post finale all’ESC, nella top 200 della classifica global di Spotify. Il video ufficiale ha superato i 60 milioni di views su YouTube ed è il videoclip più visto tra i brani presentati ad Eurovision 2023. Anche la performance di ‘Due Vite’ sul palco della Liverpool Arena è tra le più viste su tutti i social di Eurovision, incluso il profilo YouTube ufficiale della manifestazione. “Ma la cosa più bella che mi hanno ripetuto i fan europei è che anche se non capivano il testo in italiano, il significato e l’emozione della canzone arrivavano tutte”, racconta.
Infine una battuta su Sanremo 2024, a chi gli chiede se per caso ha lasciato un brano inedito di quelli non inseriti nell’album da mandare ad Amadeus: “Mi volete morto? Io sto in vacanza al prossimo Sanremo! Posso fare un collegamento dalla Maldive”, conclude ridendo.

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Adnkronos

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