Monet torna all’asta. Questa volta con “Il Ponte di Waterloo”

Monet torna, a distanza di due anni, da Christie’s e lo fa con una delle sue opere più importanti: “Il Ponte di Waterloo”. L’11 maggio a New York, con una base d’asta di 35 milioni di dollari, l’opera di Monet potrebbe segnare un nuovo record mondiale.

Realizzato tra il 1899 e il 1904 a Londra dal pittore impressionista francese Claude Monet è “un ottimo esempio della celebre serie di Monet; uno squisito esempio della sua capacità di catturare gli effetti effimeri e intangibili della luce sul fiume Tamigi. Con queste opere fondamentali Monet ha effettivamente aperto la strada alla traiettoria dell’arte del XX secolo” hanno dichiarato da Christie’s. 

Attualmente i prezzi più alti pagati per l’artista francese sono per due dipinti della serie dei Covoni di fieno, venduti nel 2019 per 110,8 milioni di dollari e nel 2016 per 81,5 milioni di dollari; seguiti da quadri di Ninfee venduti nel 2018 per 85,7 milioni di dollari e nel 2008 per 80,5 milioni.

La storia del ponte di Monet

La serie dedicata al ponte di Waterloo è stata eseguita in diversi periodi. La prima parte della serie venne realizzata da Monet durante le tre settimane di soggiorno a Londra nel settembre del 1899. La seconda parte venne dipinta durante i tre mesi di soggiorno tra il 1900 e il 1901; mentre gli ultimi lavori sono datati al 1903. In tutti e tre i casi il pittore soggiornò al quinto piano dell’Hotel Savoy, sulla riva nord del Tamigi, dove dal suo balcone si poteva vedere a sinistra il ponte di Waterloo e alla sua destra il ponte di Charing Cross.

È proprio a partire dal ciclo de Il ponte di Waterloo, in effetti, che si intravede anche quell’evoluzione stilistica che porterà Monet ad abbandonare il naturalismo ottocentesco e ad anticipare quelle che poi diventeranno le astrazioni del Novecento.

 

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