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Napoli: sequestro di beni a pluripregiudicati legati a clan Moccia

 Il Tribunale di Napoli –  Sezione Misure di Prevenzione, presieduto dalla dott.ssa Teresa Areniello, ha emesso due decreti di sequestro di beni, finalizzati alla confisca, ai sensi della normativa di prevenzione antimafia, nei confronti di Lucci Antonio e Branchino Giorgio, di cui è in corso l’esecuzione a cura del personale dell’Area Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Napoli, su proposta del Questore.

Lucci Antonio (detto Tonnino o pazz), già sottoposto alle misure di sicurezza della casa di lavoro e poi della libertà vigilata, attualmente in regime di detenzione domiciliare, è pluripregiudicato per associativi comuni, lotto clandestino e violazioni in materia di armi,  nonché per essersi distinto a capo di un gruppo criminale con origine nel quartiere cittadino di Secondigliano, ma inserito nella storica e potente organizzazione camorristica denominata clan Moccia, egemone nei comuni della provincia a nord di Napoli. In tale veste si è reso responsabile di usura, estorsione e corruzione delle aste giudiziarie nei comuni di Frattamaggiore, Casoria e Afragola.

L’analisi delle pregresse vicende giudiziarie del Lucci (fra l’altro cugino dei fratelli capiclan Moccia) induce a ritenere che il predetto sia stato per un periodo prolungato operativo in forma associata ed organizzata nell’illecito settore del lotto clandestino nel quartiere cittadino di Secondigliano e nel Comune di Casoria.

Lucci è in atto detenuto, poiché tratto in arresto proprio mentre era sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata, in esecuzione di misura cautelare personale emessa il 21 gennaio 2021 dall’Ufficio 38° del GIP  del Tribunale di Napoli (confermata in sede di riesame), in quanto ritenuto gravemente indiziato della commissione dei reati di turbativa d’asta, estorsione consumata e tentata, porto di armi abusivo, tutti reati commessi, con l’aggravante di aver agito in più persone riunite ed al fine di agevolare l’associazione camorristica denominata clan Moccia.

Tranchino Giorgio è pregiudicato per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. E’ in atto sottoposto al regime della detenzione domiciliare, scontando la pena definitiva di 8 anni e 4 mesi di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Napoli per la partecipazione al già descritto clan Moccia. Il decreto ha disposto il sequestro di beni intestati al Tranchino ed alla moglie, avendo le indagini dell’Area Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Napoli dimostrato la stridente sperequazione tra ricchezza accumulata ed entità di redditi leciti dichiarati dal nucleo familiare del proposto.

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