Navalny sta morendo. Gli appelli e le reazioni della politica nel mondo

“Alexey sta morendo”. È l’urlo disperato della portavoce di Navalny, Kira Yarmish. Le ha fatto eco la figlia del dissidente russo, Daria Navlnaya, su Twitter: “Consentite a un medico di fargli visitare mio papà“. Sul filo dei social da ieri corrono migliaia di ricondivisioni, anche se resta abbastanza assente la politica, soprattutto quella del nostro Paese. Poche le mani che si alzano o che incitano alla protesta, all’ombra della questione Sputnik, oggetto di trattativa proprio in questi giorni, e sotto il peso della paura di una possibile ritorsione del Cremlino.

Le (non) reazioni tempestive dei politici italiani

Basta fare una corsa su Twitter per stilare l’elenco degli assenti e dei (poco) presenti.

A destra, il leader della Lega, Matteo Salvini, resta fermo sulla questione, ancora aperta, delle sue vicende giudiziarie legate alla gestione degli sbarchi dei migranti di qualche estate fa. Lo sostiene e fa il paio sui social anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia al momento ferma sulla sfiducia Speranza e sulle riaperture. Non fa il nome di Navalny nemmeno Antonio Tajani di Forza Italia, al momento.

A sinistra, invece, il Segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, retweetta le parole di preoccupazione dell’Alto rappresentante dell’UE Joseph Borrell Fontelles, così come, nei giorni precedenti, gli appelli pubblicati dalle agenzie di stampa di tutto il mondo unendosi all’hashtag #FreeNavalnyNow. Restando in casa DEM, si era espressa anche la Responsabile Esteri, Lia Quartapelle, che aveva chiesto al Governo di tenere alta l’attenzione sul caso Navalny, chiarendo che la difesa del dissidente non avrebbe comunque avuto nulla a che fare con il caso Biot. Fermo alle questioni romane Carlo Calenda di Azione che non sembra aver ancora commentato gli ultimi accadimenti in Russia.

Luigi Di Maio, nella sua veste istituzionale di Ministro degli Esteri, si fa portatore della preoccupazione che scuote anche la Farnesina che “esprime forte preoccupazione per la notizia del deterioramento delle condizioni di salute di Alexey Navalny e  auspica che gli venga garantito un accesso immediato alle cure mediche di cui ha bisogno“. Assenti i commenti, al momento, da altri esponenti pentastellati come Vito Crimi o l’ex Premier Giuseppe Conte, fermi a questioni di politica interna relative alla ripartenza post pandemia. Spazio alla questione nella comunicazione social è stato dato da Più Europa e dal deputato Riccardo Magi

L’appello a Putin: star in protesta

Risuona, on line e off line, l’appello a Putin perché conceda a Navalny l’accesso alle cure. Hanno aderito anche 70 artisti, scrittori e attori, fra cui i premi Nobel per la Letteratura Svetlana Alexievitch e Salman Rushdie. Firmatari anche nomi del “mondo occidentale” come J.M. Coetzee, Jude Law, Vanessa Redgrave, J.K. Rowling e Arundhati Roy. La stessa Mia Farrow poco ore fa su Twitter scrive dell’appello disperato della figlia di Navalny.

I commenti USA: Biden e Sanders

Ha detto solo “non è giusto” Biden al momento in cui gli è stato chiesto di commentare quanto sta accadendo al dissidente Navalny ancora detenuto nella colonia penale nella città di Pokrov, circa 100 chilometri a est di Mosca e in gravissime condizioni. Più fermo, su Twitter, il Senatore Bernie Sanders che scrive: “Non commettere errori su ciò che sta accadendo qui: l’attivista Aleksei Navalny viene assassinato di fronte al mondo da Vladimir Putin per il crimine di denunciare la vasta corruzione di Putin. Ai medici di Navalny deve essere consentito di vederlo immediatamente“.

La condanna dell’Unione Europea

Immediata e senza condizioni“. In questo modo intende e chiede la liberazione di Navalny l’Unione Europea. Il Capo della diplomazia europea, Josep Borrell Fontelles, fa anche lui appello a Mosca perché consenta al detenuto l’accesso a “medici di sua fiducia“. E aggiunge che l’UE è “profondamente preoccupata” per la sorte di Navalny, puntando il dito contro “le autorità russe” che “sono responsabili della sua sicurezza e della sua salute“. Le stesse parole sono nell’ultimo Tweet della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

 

 

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