Nonna Maria era la moglie di un ufficiale dell’Esercito e nell’autunno scorso, all’età di 98 anni, ha sconfitto anche il Covid. Ma durante il periodo di obbligo di stare in casa, nonna Maria ha deciso di rimettere in ordine la propai abitazione. Proprio grazie al lavor di riordino ha ritrovato una busta nascosta nella macchina da cucire.
Un buono postale del valore di 50 milioni di lire del 1986. Enorme stupore da parte della famiglia. Stupore che è raddoppiato quando, facendo due conti, hanno capito che il buono oggi valeva circa 19 volte il suo valore stando alla rivalutazione calcolata in base ai tassi d’interesse fissati all’epoca. “Mamma, come avevi fatto a dimenticartelo?” – le avrebbe chiesto la figlia.
Il ritrovamento come detto risale a novembre, ma la notizia è saltata fuori ora perchè nella storia si è dovuto mettere in mezzo Giustitalia, Associazione che si occupa di consumatori e tutela dei cittadini a causa di un primario conteggio fatto alle poste.
“Le Poste per quel buono fruttifero da 50 milioni di lire hanno previsto la restituzione di oltre 200 mila euro.” Spiega Luigi De Rossi, Presidente di Giustitalia “ma si tratta di un calcolo sbagliato per difetto, in quanto sono stati applicati i tassi d’interesse che si sono succeduti negli anni e non quelli scritti sul retro. Per questo siamo intervenuti noi, dopo aver calcolato la cifra esatta, pari a quasi il doppio, 475 mila euro, con un ricorso per decreto ingiuntivo al giudice di pace”
Per i futuri “smemorati” come Nonna Maria
Luigi De Rossi ci tiene a spiegare che, per tutti coloro che si fossero dimenticati come la signora Maria, qual’ora dobbiate ritrovare un buono postale o simile: “Sia alcune sentenze sia l’Arbitrato bancario finanziario, una sorta di istituto di mediazione al quale si ricorre per evitare lungaggini processuali, hanno sostenuto che deve valere la promessa fatta all’epoca ai risparmiatori“