Olimpiadi Tokyo 2020: Laurel Hubbard è la prima transgender ai giochi olimpici

In un momento storico come questo, il nome di Laurel Hubbard segna sicuramente un traguardo importante per la comunità LGBTQ+ in queste Olimpiadi di Tokyo 2020.

Laurel Hubbard, neozelandese, diventerà a Tokyo la prima atleta transgender a partecipare alle Olimpiadi. La sua categoria è sollevamento pesi donne. Già vincitrice ai Campionati mondiali del 2017, dove ha ottenuto la medaglia d’argento, e medaglia d’oro ai Giochi del Pacifico nel 2019.

Laurel Hubbard ha 43 anni e nel 1998, quando ancora non aveva iniziato la transizione, stabilì il record junior neozelandese; record ottenuto nella categoria degli uomini con un peso corporeo superiore ai 105 chilogrammi. Laurel Hubbard ha raccontato di aver scelto di praticare uno sport tradizionalmente maschile perché pensava che l’avrebbe aiutata a combattere la disforia di genere. 

Nel 2001, a 23 anni, interruppe l’attività sportiva perché “la pressione di provare ad adattarsi in un mondo che non era pensato per le persone come me diventò troppo difficile da sopportare“. La sua carriera sportiva ricomincia nell’anno in cui comincia anche il suo percorso di transizione: il 2012. Così a 35 anni Laurel inizia la terapia ormonale e gli allenamenti nella categoria femminile. Jacinda Ardern, Primo Ministro della Nuova Zelanda, ha fatto i complimenti alla loro atleta augurandole un grande in bocca al lupo. Anche la leader dell’opposizione, la conservatrice Judith Collins ha espresso ammirazione nei confronti di Laurel Hubbard; specificando anche che la questione della partecipazione delle atlete trans alle Olimpiadi meriti una seria discussione pubblica ma senza “bullismo o commenti orribili su Laurel”.

Il CIO ha stilato nel 2015 le linee guida per l’inclusione degli atleti transgender; la condizione principale e che i loro livelli di testosterone siano inferiori a 10 nanomoli per litro. Questo almeno 12 mesi prima della loro prima competizione. Linee guida adottate anche dalla Federazione internazionale di sollevamento pesi. La neozelandese ha vinto la tappa di Coppa del Mondo a Roma l’anno scorso e attualmente è la numero 15 del ranking mondiale. 

“Le donne trans sono donne” maggiore apertura a queste Olimpiadi

Il direttore medico e scientifico il dottor Richard Budgett ha sottolineato che “tutti concordano sul fatto che le donne trans sono donneMolti aspetti della fisiologia e dell’anatomia contribuiscono a una performance d’élite, ma anche il lato mentale. Non è semplice. Ogni sport deve fare la propria valutazione in base alla fisiologia di quello sport, in modo da poter garantire una competizione leale, ma anche l’inclusione di tutti in modo che possano prendere parte al sport che amano“.

Oltre alla questione strettamente sportiva, la partecipazione di Laurel Hubbard alle Olimpiadi si inserisce in un acceso e vivace dibattito internazionale; quello sui diritti delle persone trans.

È una questione particolarmente attuale soprattutto negli Stati Uniti, dove in molti stati il Partito Repubblicano ha promosso leggi che impediscono agli studenti trans delle scuole superiori di partecipare ai tornei scolastici insieme agli studenti del loro stesso genere di appartenenza.

I politici più conservatori sostengono che la partecipazione delle donne trans nelle discipline femminili, anche a livello amatoriale e studentesco, porti alla “distruzione degli sport femminili“. Alcuni stati hanno anche proibito e in certi casi criminalizzato, l’accesso ai farmaci per il blocco della pubertà e alle terapie ormonali per le persone trans, nonostante siano l’unico modo per prevenire gli effetti parzialmente irreversibili della pubertà. Stessi effetti che poi assicurano un vantaggio atletico alle donne trans, e che quindi le escludono dalle competizioni.

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