Tutti “assolti per non aver commesso il fatto”. Così la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino in merito all’omicidio di Serena Mollicone. Assolti il Maresciallo dei Carabinieri Franco Mottola, il figlio Marco, e la moglie Annamaria. La sentenza è arrivata dopo circa 8 ore di Camera di Consiglio. “È uscita la verità”, il commento di Marco Mottola dopo la sentenza, accolta con lacrime e abbracci dagli imputati e dalle loro famiglie.
Dopo la sentenza ci sono stati momenti di caos e tensione davanti al tribunale di Cassino. “Bastardi” e “assassini” sono stati lanciati all’indirizzo degli imputati mentre lasciavano il Palazzo di Giustizia dai tanti cittadini di Arce che stavano attendendo la decisione della Corte d’Assise. “È triste vivere in Paese che non rispetta le sentenze e dover essere scortati dalle forze dell’ordine per fare una conferenza stampa”, ha detto l’avvocato Francesco Germani, storico difensore della famiglia Mottola, nel corso della conferenza stampa convocata dopo la sentenza.
Processo lungo 16 mesi e oltre 50 udienze
La procura aveva chiesto 30 anni per Franco Mottola, 24 per il figlio Marco, 21 anni per la moglie Annamaria, 15 anni per Quatrale e quattro anni per Suprano, tutti accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale era accusato inoltre di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi mentre per Suprano l’accusa era favoreggiamento. Il processo che ha preso il via il 19 marzo 2021 giunge al termine dopo 16 mesi e oltre 50 udienze, non prive di colpi di scena.
Famiglia Mollicone: “non ci fermeremo di fronte a questa meschinità”
“È una pagina nera per lo Stato, è stato infitto un ulteriore patimento alla vittima, solo la morte ha risparmiato a Guglielmo un ulteriore dolore“, ha detto l’avvocato Dario De Santis, legale del padre e dello zio di Serena, Guglielmo e Antonio Mollicone. “La verità è ben altra, non ci fermeremo di fronte a questa meschinità”, ha detto dal canto suo Antonio Mollicone, zio di Serena.
“Questa Procura prende atto della decisione che la Corte di Assise nella sua libertà di determinazione ha scelto. È stato offerto tutto il materiale probatorio che in questi anni tra tante difficoltà è stato raccolto. La Procura di Cassino non poteva fare di più. Gli elementi a sostegno dell’accusa hanno superato l’esame della udienza preliminare. Il contraddittorio tra le parti nel corso delle numerose udienze celebratesi davanti la Corte evidentemente ha convinto i Giudici circa la non colpevolezza degli imputati. Sarà interessante leggere le motivazioni sulle quali si farà un analitico e scrupoloso esame per proporre le ragioni dell’accusa innanzi al giudice superiore”. Così in una la nota il Procuratore della Repubblica di Cassino Luciano d’Emmanuele dopo la sentenza.
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