Il Passaporto vaccinale sarà realtà anche in Europa fra un paio di mesi. Ne ha mostrato un prototipo il Commissario europeo all’Industria, Thierry Breton. Il Passaporto non sarà obbligatorio, potrà essere rilasciato in formato cartaceo, o digitale, e dotato di codice QR. Indicherà il tipo di vaccino ricevuto, se si ha avuto il virus e se si sono sviluppati gli anticorpi.
Il Presidente David Sassoli, intervistato su Rai3, ha spiegato che il Parlamento Europeo voterà questo provvedimento il 26 aprile. “Anche noi come il commissario Breton pensiamo che a giugno sia uno strumento per riaprire alcune attività e consentire agli anziani, che sono i primi vaccinati, di riprendere anche una vita normale“. Sulla campagna vaccinale specifica: “La Commissione dice che noi saremo in grado di vaccinare il 70 per cento alla fine dell’estate e Breton lo sta confermando ogni giorno. Naturalmente questo deve essere messo a regime perché abbiamo effettivamente dei forti ritardi. Siamo tutti impegnati perché la catena dell’approvvigionamento consenta una vaccinazione di massa e arrivare al 70 per cento dei cittadini europei è un’impresa molto difficile“.
Gli effetti su turismo, accoglienza e ristorazione: parla Coldiretti
Il lancio e la diffusione del Passaporto vaccinale in Europa avrebbe chiare ricadute nel turismo. Il comparto potrebbe iniziare la risalita dalla perdita di circa 27 miliardi di euro per le spese dei viaggiatori dall’estero. Un crollo del 61% nel 2020, rispetto al 2019, che ha fatto registrare il minimo storico negli ultimi 20 anni, secondo l’analisi di Coldiretti elaborata sui dati di Bankitalia. “Una svolta – spiega l’associazione – per salvare il turismo estivo dopo che sei viaggiatori stranieri su dieci ovvero il 59% hanno dovuto rinunciare a venire in Italia nel 2020 per un totale di 57 milioni di turisti bloccati alle frontiere dall’emergenza“.
“Praticamente azzerato” anche il turismo di Pasqua che, secondo Coldiretti, avrebbe fatto muovere un italiano su 3, il 32% della popolazione, per vacanze, gite e visite nei due giorni di festa. Stesso stop, per Pasqua e Pasquetta, per gli stranieri in Italia. Spiega Coldiretti: “Ad essere penalizzate sono state soprattutto le città d’arte, che sono le storiche mete del turismo dall’estero, ma anche gli oltre 24mila agriturismi nazionali dove gli stranieri in alcune regioni secondo Campagna Amica rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti“.
Il settore turistico è solo la punta dell’iceberg di un’economia che inizierebbe la ripresa: accoglienza e ristorazione in primis. Sempre Coldiretti: “Nel 2020 a far registrare il risultato più negativo nei consumi sono stati gli alberghi ed i ristoranti con un calo del 40,2% seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%. Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche“.