La presentazione del Rapporto Annuale dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia – UIF quest’anno ha avuto anche la caratteristica di sottolineare gli aspetti essenziali della sua operatività, alla luce del traguardo quindicennale di attività, e il ruolo di questa Istituzione, creata nel 2007 in attuazione della terza direttiva europea in materia di antiriciclaggio.
Un ruolo, in realtà, di crescente importanza, tra i presidi di legalità del Paese, come sottolineato negli interventi introduttivi del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e del Ministro dell’Economia e Finanze, Daniele Franco.
Anche la Relazione, puntuale ed efficace, del Direttore dell’UIF, Claudio Clemente, ha messo in evidenza questo aspetto della crescita di importanza, assunta nel corso dei quindici anni trascorsi, sul piano quantitativo e su quello qualitativo, nella duplice ottica nazionale ed internazionale.
Sul piano quantitativo, oltre alla clamorosa crescita delle segnalazioni di operazioni sospette (78mila nel sedicennio precedente, più di un milione nel periodo successivo, poco meno di 140mila lo scorso anno, con un contributo significativo degli istituti di moneta elettronica e degli istituti di pagamento, senza naturalmente dimenticare quello delle banche “segmento che più di altri e da più tempo partecipa in maniera attiva al sistema”) e all’allargamento graduale delle categorie dei soggetti obbligati alla segnalazione, non può essere dimenticata la crescita del numero delle autorità coinvolte e delle tipologie di informazioni trattate.
Un aspetto, quest’ultimo, che evoca il profilo qualitativo dell’attività di questa Istituzione di natura amministrativa, collocata presso la Banca d’Italia, ma con una marcata caratteristica d’indipendenza. Un profilo, certificato dal continuo affinamento di metodologie e strumentazioni di analisi per fornire risposte adeguate alle crescenti esigenze informative e di analisi, in un contesto di incessante rinnovamento tecnologico. Tra gli esiti più interessanti su questo specifico versante si collocano l’attività di studio del contante per individuarne l’incidenza rispetto alle dimensioni dell’economia sommersa e l’altra finalizzata a delineare i tratti caratteristici dell’operatività delle imprese infiltrate dalla criminalità organizzata.
Quanto all’aspetto di natura internazionale, al di là della collaborazione con le altre Istituzioni di intelligence finanziaria, le FIU, e in tempi più recenti con la Procura Europea, spiccano alcuni significativi riconoscimenti, tra cui la positiva ultima valutazione del GAFI e il ruolo di coordinamento attribuito all’UIF nell’ambito del Gruppo Egmont, che riunisce le FIU a livello mondiale per uno studio sui rischi correlati a condotte corruttive durante il primo anno dell’epidemia da Covid’19.
Elementi concreti di operatività, scelti tra i numerosi che emergono dalle pagine della Relazione di quest’anno e che costituiscono una risposta efficace e adeguata alle nuove esigenze informative per contrastare sempre più efficacemente il riciclaggio di danaro, frutto di illeciti, e il finanziamento del terrorismo; ponendo, così, l’Italia in una situazione di eccellenza rispetto alla candidatura per accogliere la sede dell’Autorità Europea dell’Antiriciclaggio. E, da ultimo, va sottolineato che non è casuale, che proprio su questo versante, in un’ottica di adeguamento della struttura nazionale, il Governatore Visco abbia annunciato l’ attivazione a breve in Banca d’Italia di un’Unità di Supervisione e normativa Antiriciclaggio, alle immediate dipendenze del Direttorio, che dovrà collaborare con l’UIF.