Il 6 gennaio 1980 moriva Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia a colpi di pistola in via della Libertà a Palermo durante il suo mandato da Presidente della Regione, incarico assunto nel 1978.
Era una domenica mattina, Piersanti stava per recarsi a Messa insieme alla moglie Irma Chiazzese, seduta al suo fianco, alla suocera e alla figlia Maria. L’assassino si avvicinò all’automobile e lo freddò con dei colpi di rivoltella calibro 38 attraverso il finestrino, che venne frantumato. Il killer prese un’altra rivoltella con cui, esplose altri colpi con traiettoria diagonale attraverso il finestrino posteriore che raggiunsero la vittima e ferirono a una mano la signora Irma Chiazzese.
Oggi,43 anni dopo, è stata onorata la sua memoria
Stamattina ci sono state le commemorazioni a Palermo, davanti alla sua abitazione in via Libertà. Sono state deposte corone di fiori da parte delle Autorità politiche, civili e militari accanto alla lapide che ricorda il luogo dell’omicidio, proprio di fronte alla residenza di suo fratello il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ancora troppi interrogativi sulla vicenda
La vicenda giudiziaria sull’omicidio Mattarella è stata lunga e complessa. E non definitiva. Come mandanti sono stati condannati all’ergastolo i boss della commissione di Cosa nostra, da Totò Riina a Michele Greco, con gli altri esponenti della cupola, da Bernardo Provenzano a Bernardo Brusca, Pippo Calò, Francesco Madonia e Antonino Geraci.