Decreto Covid, NO alla riapertura di palestre, piscine e scuole di danza

Piscine, palestre e scuole di danza in zona gialla o bianca non riapriranno. Respinto alla Camera l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia a firma Giorgia Meloni. La proposta è stata rigettata con 217 voti contrari, 66 favorevoli e 160 astensioni. Tra i favorevoli, con Fdi, anche Forza Italia, Cambiamo e Azione.
Il Gruppo aveva presentato l’emendamento in aula nel corso dell’esame e dei voti al dl Covid.

Noi – spiegava la Deputata Giorgia Meloniabbiamo sempre detto che tutto avrebbe dovuto funzionare così: non una chiusura per settori ma una chiusura determinata dai protocolli in vigore sui quali deve essere la politica a decidere. L’impressione fin qui avuta è che in questi mesi sia stata fatta la scelta più facile, invece che quella più giusta. Chiudere per settori era più facile che scrivere norme e garantire il rispetto di protocolli sui quali doveva essere il governo a prendersi le proprie responsabilità”.


Palestre, piscine, scuole di danza chiuse e un intero settore produttivo resta nuovamente fermo. Una fetta di Italia, quella degli spazi dedicati al fitness, che, secondo l’ultimo censimento, datato 2017, coinvolge circa 18 milioni di utenti (nel dato anche gli avventori di spa e centri benessere) e produce un giro d’affari di 10 miliardi di euro l’anno. Questo indotto viene da 8.114 centri sportivi diffusi nel Paese, da Nord a Sud, con 120mila operatori attivi. Fa riflettere, anche il dato che riguarda l’alto tasso di occupazione che attende chi intraprende e ultima gli studi inerenti l’attività sportiva a livello universitario. Si stima un tasso medio di occupati pari al 75 per cento dei laureati, in generale, con un più 94,1 per cento riguardante l’occupazione entro un solo anno dalla laurea. Come dire, stanno uccidendo il presente e stanno uccidendo anche il prossimo futuro.

Palestre, piscine e scuole di danza: la situazione in Europa

La situazione non è differente in Europa. Germania, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Spagna e Finlandia, per citarne alcune, sono per lo più nelle stesse condizioni dell’Italia e, come noi, per quanto riguarda questa seconda ondata, ferme da novembre circa. E non con meno ricadute giacché anche a livello europeo il settore fa numeri importanti. L’Europa, infatti, è davanti agli Stati Uniti in fatto di attività sportive. Il giro d’affari è pari a 26.3 miliardi di euro l’anno (23.3 negli USA) con 7 miliardi di addetti impiegati nel settore.

Le grandi e piccole realtà che animano questo settore restano in attesa. Come anche i milioni di ragazzi, fra gli altri, a cui il Covid, con la scuola, ha tolto anche lo sport.

(Fonte: Istat, CONI, Federazione Italiana Fitness)

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