I pizzini di Messina Denaro: il giro di affari

Nel covo di Bernardo Provenzano furono ritrovati i pizzini scritti da Matteo Messina Denaro tra il 2003 e il 2006. Si tratta di una decina di messaggi che delineano il profilo del boss recentemente arrestato. Tra questi si legge: “io appartengo a lei, per come d’altronde è sempre stato, io ho sempre una via che è la vostra, sono nato in questo modo e morirò in questo modo, è una certezza ciò”. Ma si parla anche di fratellanza e rispetto delle regole con terminologia propria della mafia.

“I soldi non sono tutto” perché “si può essere uomini senza una lira e si può essere pieni di soldi ed essere fango” scrive Messina Denaro in uno dei pizzini firmandosi “suo nipote Alessio”. In un messaggio del boss a “Zio Bernardo” si legge :”Purtroppo non posso aiutarla perché a Marsala al momento non abbiamo più a nessuno, sono tutti dentro, pure i rimpiazzi e i rimpiazzi dei rimpiazzi”. Provenzano era ricercato per 40 anni ed è stato arrestato l’11 aprile 2006 in una masseria a Montagna dei Cavalli vicino a Corleone dopo le indagini degli investigatori guidati da Renato Cortese, allora a capo della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo e dai Magistrati Michele Prestipino, Marzia Sabella e Giuseppe Pignatone.

Il business di Matteo Messina Denaro erano incentrato su affari che riguardavano anche supermercati e benzina, solo per citarne alcuni. “Riguardo alla benzina con tutti i suoi annessi, è una cosa abbastanza grossa ed è tanto che se ne parla, di certo c’è che deve ricadere in territorio di Alcamo e già si sa il punto preciso” scrive il boss Messina Denaro.
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