Oggi nel Parlamento del Portogallo si dovrà votare per l’approvazione alla proposta di legge che consente la morte assistita. Rendendo così legale l’eutanasia in un Paese fortemente cattolico. La proposta per cambiare la legge in vigore era passata lo scorso febbraio, aprendo la strada per il voto in aula. Contrariamente da quanto chiesto dalla Chiesa pretendeva, invece, un referendum.
Nei giorni scorsi molte voci si sono levate contro questa legge, che ha avuto un lungo processo e numerosi rinvii. La Federazione portoghese per la vita ha chiesto ai deputati che “riconoscano il sacrificio dell’intera società in questa lotta disperata contro la pandemia e impediscano l’approvazione di questa legge” in un momento in cui “ogni cinque minuti un paziente muore con Covid-19. Sarebbe profondamente scioccante che l’Assemblea della Repubblica legiferasse sulla morte mentre i portoghesi lottano per la vita, combattendo la pandemia”.
Dello stesso parere è un manifesto sottoscritto da una serie di associazioni di carattere sociale e realtà caritative del Portogallo: “In un momento in cui migliaia di persone, innumerevoli istituzioni, in uno sforzo sovrumano quotidiano, si prendono cura dei malati, delle persone vulnerabili e fragili, dando tutto per salvare vite umane, l’approvazione dell’eutanasia rappresenta anche una mancanza di rispetto per tutte queste persone”.
Il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa, cattolico e conservatore appena rieletto, non ha preso una posizione pubblica sul tema.