Preghiera islamica al Politecnico di Torino. Diffida Rettore e Ministro Bernini

Il Rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati, in pieno coordinamento con la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, venuto a conoscenza dell’annuncio di svolgimento della preghiera islamica del venerdì presso la sede centrale del Politecnico, ha immediatamente provveduto a inviare richiesta al Prefetto e al Questore di Torino di diffida dallo svolgere funzioni e attività presso le sedi dell’Ateneo nei confronti delle autorità religiose eventualmente coinvolte. Il Rettore e la Ministra “ribadiscono con forza i principi di indipendenza e laicità delle istituzioni universitarie”.

“Le univerisità sono luoghi laici”

“Le università sono luoghi di confronto e di espressione del libero pensiero, ma sono luoghi laici – ha detto Giovanna Iannantuoni, Presidente della Crui – . In questo senso, l’annunciata preghiera islamica del venerdì al Politecnico di Torino rappresenta per il sistema universitario un precedente preoccupante. La Crui si affianca alle dichiarazioni del Rettore Corgnati e della ministra Bernini nel rivendicare l’indipendenza delle istituzioni accademiche”.

Fratelli d’Italia chiama ai valori al centro della società

“Se qualcuno pensa che la laicità delle istituzioni universitarie sia un concetto astratto, inviolabile per alcuni e sacrificabile per altri, si sbaglia di grosso: quanto accaduto a Torino, dove l’Università occupata è stata trasformata in una moschea, con tanto di inno alla jihad e preghiera islamica, è semplicemente intollerabile. Quando un’occupazione arriva a veicolare la guerra santa, anche per evitare il concreto rischio di proselitismo, lo sgombero è l’unica soluzione”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatrice di Fratelli d’Italia.

“Qui non è in gioco il principio di tolleranza – continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d’Italia – ma la completa disgregazione di valori al centro della nostra società. Se passa il messaggio per cui un’occupazione può impedire l’accesso a studenti, docenti e personale universitario e può, invece, consentire ad un imam di inneggiare alla jihad e all’antisemitismo, è la fine della società per come la conosciamo. Intere generazioni hanno lottato per la libertà, non saranno certo collettivi, anarchici e antagonisti, ma nemmeno l’Islam radicale, a mettere in discussione ciò che il coraggio e il sacrificio ci hanno donato.  È un concetto troppo prezioso per essere immolato sull’altare dell’integrazione”.

(foto di Pixabay)

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