Letta “blindato”. A ben guardare il Partito Democratico sembrerebbe abbastanza compatto sul nome del prossimo presidente. Enrico Letta, da parte sua, ha parlato attraverso la rete e chiesto tempo per riflettere.
Intanto in attesa dell’Assemblea di domenica, le anime del PD prendono voce in questione e si schierano su un sì e su un forse.
Quelli del sì sono gli uomini della cerchia che più si è stretta intorno all’ex Presidente Zingaretti. “L’ipotesi Letta è una opportunità per il partito per rilanciare il suo profilo e forza politica”, ha detto Nicola Oddati. Stesso sapore per i commenti di alcuni esponenti dell’Area Dem di Dario Franceschini come anche di Fianco a fianco, l’area che sostenne Martina alle ultime primarie. Sì anche per gli orlandiani e per Stefano Bonaccini.
Dall’altra parte si oppone a un corale “sì” un più cauto “forse” da parte di alcune parti del PD: in testa Base riformista. Più che accettare la candidatura di Letta, prendono tempo e chiedono di andare a confronto in un congresso anticipato. Si inseriscono in questo frangente le opinioni di Bettini, Cuperlo e anche del Capogruppo alla Camera Del Rio. “Bisogna garantire quel confronto nel Pd che non può ulteriormente attendere“, ha detto Goffredo Bettini. Fa eco Cuperlo con la richiesta di “un percorso democratico, partecipato, per una discussione sull’identità di un Pd che va ripensato e ricostruito“. E Delrio: “Fatto il piano vaccinale, a novembre-dicembre o dopo l’elezione del presidente della Repubblica” serve “un congresso che coinvolga la gente, che sappia rendere contendibile la segreteria“.
UN PIANO B PER IL PD DA BASE RIFORMISTA
Ancora Base Riformista suggerisce un dispositivo che accompagni la candidatura di Letta con un impegno al congresso quando sarà finita l’emergenza sanitaria. Ma la maggioranza non è dello stesso avviso. Anche perché se tutti convergono su Letta, in teoria non ci sarebbe bisogno appunto di alcuna mediazione per il via libera al nuovo segretario che però auspica un sostegno unitario, o il più largo possibile, alla sua candidatura.
Base riformista, fra l’altro, abbraccia anche l’opzione sollevata dal fronte delle donne PD, seconda questione aperta da qui all’Assemblea di domenica. Dopo il nome di Roberta Pinotti, da ieri si parla di una possibile presidenza a Debora Serracchiani, con la riserva di molte donne dem stesse: resta difficile pensare che si concretizzi visto l’imperativo della “soluzione il più possibile unitaria“.
Tirando i fili, da una parte una schiacciante maggioranza che fa la crocetta su Enrico Letta Presidente e dall’altra le riserve di alcune correnti: sullo sfondo la questione aperta delle donne Dem. Mancano ancora tre giorni.