“Il mondo in crisi è il mondo che la Bibbia racconta” . Sono le parole con cui l Pastora battista Lidia Maggi ha aperto il suo intervento. Lo ha fatto alla seconda giornata del 42° Convegno delle Caritas diocesiane, in corso a Milano. Poi ha parlato del dramma dei migranti, citando la storia di Ruth: “una piccola famiglia che si mette in viaggio non per una chiamata, una vocazione, ma per necessità. E con il libro di Ruth entriamo nella storia di tanti uomini e donne costretti a migrare. Per diventare loro compagni di viaggio siamo chiamati a cambiare punto di vista, a conoscere la loro storia, per diventare davvero solidali”.
Monsignor Sequeri: creatività come ispirazione e come spontaneità
A seguire il Monsignor Pierangelo Sequeri, teologo e musicologo, coadiuvato dall’Orchestra Sinfonica Esagramma ha parlato delle tre vie: degli ultimi, del Vangelo, della creatività. “Creatività – ha detto Sequeri – oggi è un po’ uno slogan, un po’ pubblicità. Creatività nel nostro linguaggio significa inventare qualcosa di nuovo, una parola che ha due attrazioni di significato. Una prima attrazione rappresentata dai piani alti di ispirazione, pensiamo ai geni come Michelangelo, Brahms, alla concezione ‘romantica’ dell’ispirazione. La seconda attrazione è la creatività che non è ispirazione, ma è spontaneità, assenza di costrizione. Quello che dobbiamo fare è cercare di mettere insieme la creatività del bambino e Brahms, lo scarabocchio e Chagall. Una civiltà umana che pensa di tenere separato lo scarabocchio da Chagall, è una società chiamata a diventare miserabile“.
Il resto della mattinata è stata dedicata ai tavoli di confronto. Tema, il percorso delle Diocesi/Delegazioni sulle tre vie. Alle 17.30 ci sarà la celebrazione eucaristica in Duomo, presieduta da Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano.
Tre vie oggi, tre parole ieri, quelle al centro dell’intervento di Monsignor Delpini, in apertura del Convegno. La prima è riconoscenza, per comunicare l’intensità della mia gratitudine, della Chiesa di Milano e di tutta la Chiesa italiana per il lavoro svolto ogni giorno dalle Caritas Diocesane. La seconda è valutazione critica: la via del Vangelo, della creatività, degli ultimi chiedono un confronto costante sull’operato della Caritas nei suoi territori. La terza è fiducia: crescono le sfide, i bisogni, le povertà ma per i cristiani resta essenziale la fiducia, che non è ottimismo incondizionato, ma la capacità umile di trarre dai problemi delle soluzioni.
Presidente Redaelli su Ucraina: non ‘pacifici’ ma ‘pacificatori’
“Finalmente ci ritroviamo insieme” ha sottolineato nell’introduzione il Presidente della Caritas Italiana, l’arcivescovo di Gorizia Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli. Ha aggiunto che la rete delle Caritas diocesane è comunque sempre rimasta attiva anche in tempo di pandemia insieme a Caritas Italiana “e sta affrontando bene anche la più recente, ma non meno tragica emergenza legata alla guerra in Ucraina con la consueta generosità, con competenza e intelligenza, sentendosi espressione delle Chiese locali e sempre senza alcuna pretesa di esclusività, ma con quello spirito di collaborazione con tutti e l’intento promozionale e pedagogico che è tipico fin dall’origine del nostro modo di essere Caritas. E anche con quell’impegnativa domanda sul come essere non ‘pacifisti’, ma ‘pacificatori’, ‘operatori di pace’, in una realtà complessa, dura e difficile, dove non è semplice intuire come garantire insieme valori quali la pace, la giustizia, la libertà, la solidarietà, la riconciliazione”. La Caritas non si tira indietro, non ha timore di intervenire, con umiltà e fermezza, per promuovere i diritti di tutti, in particolare dei poveri perché una comunità cristiana senza la realtà dei poveri non è una comunità secondo il Vangelo.
Cardinale Zuppi, guardare a tutte le povertà: materiale ma anche psicologica e delle relazioni
Subito dopo il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Neopresidente della Conferenza episcopale Italiana. In collegamento ha espresso il suo “grazie alla Caritas, parte fondamentale della Chiesa”. “Le vostre opere – ha aggiunto – sono legate alla vita alla preghiera alle scelte della Chiesa”. In questa emergenza di pandemie – anche quella della guerra – la pressione sulle Caritas è aumentata e “le ondate di pandemia vi hanno visti pronti a moltiplicare gli sforzi e a ripensare la carità. Queste emergenze ci costringono a ripensare abitudini invecchiate e a trovare nuovi modi di essere vicini ai più poveri”.
In particolare il Cardinale ha ricordato accanto alle povertà materiali, le povertà di relazione, le fragilità psicologiche, gli invisibili e le categorie più colpite: giovani e anziani. “Non c’è niente di peggio – ha concluso Zuppi – che ritornare come prima. Vi chiedo di non tornare come prima! Vi chiedo di crescere, di fare tesoro di questa tragedia. Ricordiamoci, come papa Francesco ha evidenziato al paragrafo 35 della Fratelli tutti, che non ci sono più gli altri, gli ultimi… Ma ci siamo NOI! Un’unica famiglia”.
I momenti salienti della giornata, dal canale Youtube di Caritas.