Putin risponde a Biden: “Un assassino? Chi lo dice sa di esserlo”

Arriva la replica di Vladimir Putin sull’affermazione di Joe Biden sui suoi confronti. “Un assassino? Chi lo dice sa di esserlo. Cosa gli risponderei – prosegue il russo – Gli augurerei salute”.

Vladimir Putin ha inoltre dichiarato che la Russia sarà a disposta a cooperare con gli Stati Uniti, ma a determinate condizioni. “So che gli Stati Uniti, la leadership statunitense, è generalmente incline ad avere certe relazioni con noi, ma sulle questioni che interessano gli stessi Stati Uniti e alle loro condizioni. Pensano che siamo uguali a loro ma siamo diversi. Abbiamo un codice genetico, culturale e morale diverso. Ma sappiamo come difendere i nostri interessi. E lavoreremo con loro, ma nei campi che ci interessano e alle condizioni che riteniamo vantaggiose per noi stessi. E loro dovranno tenerne conto”

Anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sottolineato la gravità delle affermazione del Presidente americano, ribadendo che accuse di questo genere non ci sono mai state.

Rapporti tra Mosca e Washington, secondo il Cremlino, che non hanno intenzione di essere migliorati. “Queste dichiarazioni da parte del presidente degli Stati Uniti sono molto negative. E’ chiaro che non vuole rimettere in sesto i rapporti con il nostro Paese e procederemo da questo”.

Sempre secondo Peskov, la Russia ora valuterà l’approccio per la cooperazione con gli Stati Uniti, anche perché la Russia si aspetta delle spiegazioni da parte dell’America. “Dobbiamo sempre tradurre le loro strane e incomprensibili sciocchezze politiche in un discorso normale? – sostiene la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova – Forse i loro giornalisti, o i nostri giornalisti, cercheranno di convincere i rappresentanti dell’amministrazione statunitense a spiegare cosa significa tutto questo”

Nel frattempo la Germania accoglie con favore il linguaggio usato dal Presidente americano nei confronti della Russia, delle sue azioni in Siria e dei suoi tentativi di “influenzare le elezioni in Paesi terzi“.

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