La notizia che l’area fosse finita sotto controllo di Mosca, aveva allarmato l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) che ha immediatamente convocato una riunione d’emergenza per stamane e ha fatto sapere attraverso il suo Direttore Generale, Rafael Mariano Grossi, di essere preoccupata per “una situazione senza precedenti”.
Nella sua relazione all’agenzia dell’Onu, Grossi ha ricordato che l’esercito russo ha già preso il controllo di un altro ex impianto nucleare tragicamente finito nei libri di storia per il più grave incidente nucleare della storia: Chernobyl.
In Ucraina, oltre alla Centrale e al reattore di Chernobyl, non più attiva dopo il disastro del 1986, ci sono 15 reattori nucleari attivi distribuiti in 4 Centrali. Una di queste si trova vicino la cittadina di Enerhodar è un piccolo centro di 53mila abitanti, nella regione (Oblast) di Zaporizhzhia ed è la più grande centrale nucleare d’Europa, la quinta al mondo.
Essa genera all’incirca la metà dell’elettricità prodotta nella nazione proveniente da fonte nucleare e oltre un quinto dell’elettricità totale prodotta in Ucraina e oltre a Zaporizhzhia, gli altri reattori si trovano
- nel Nord – 4 a Rivne, 2 a Khmelnitsky –
- nel Sud, 3 a Mykolaviv, non distante da Enerhodar.
Il rogo di queste primissime ore del 4 marzo, si è sviluppato nel Centro di addestramento del personale della centrale, dopo essere stato colpito da almeno un paio di missili che hanno evitato il reattore vicino, peraltro inattivo. Anche per questo l’allarme radiazioni è rientrato: non ci sono feriti, ma nemmeno scorie nell’ambiente stando ai rilievi effettuati.
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Poter disporre del pieno controllo delle centrali nucleari vuol dire essere in grado di controllare anche l’attività industriale del paese. L’impianto di Zaporizhzhia si trova in una regione del Sud Est dell’Ucraina, a nord dell’assediata Mariupol, lungo la linea che da Donbass già in mano ai russi porta verso la Crimea e quindi Odessa che sembra essere il prossimo obiettivo di Putin.
