Dichiarano uno alla volta all’uscita dell’Aula e del Palazzo, come fosse cosa già fatta. E se Letta fa un gravissimo “mea culpa” di minuti e minuti, se Meloni si infuria come anche Berlusconi, Renzi e Speranza sono apparsi inspiegabilmente sollevati. Anzi, “contenti“.
Speranza, leader di LEU, riprende subito i toni politici lasciando quelli tecnico amministrativo di questi giorni. “Non è tempo di formule politiche incomprensibili. In questi giorni la politica si è occupata di problemi interni, da domani la politica deve cominciare ad occuparsi dei problemi reali. Delle persone che sono in difficoltà, di chi è rimasto indietro”, dice prima di lasciare la ribalta di giornalisti assiepati davanti al Palazzo.
Poco dopo, Matteo Renzi di Italia Viva. “Sono molto contento per l’Italia – dice Renzi – stasera confermiamo un Presidente della Repubblica che ha servito l’Italia con onore e dignità”. Poi la stoccata: “Credo che chi aveva i numeri, chi aveva molti delegati non sia riuscito nel proprio intento, ma questo riguarda i leader del Centrodestra”. Sulla candidatura bruciata di Elisabetta Belloni. “Non accade in nessuna democrazia occidentale che il numero uno dei Servizi Segreti sia anche Presidente della Repubblica”. E fa l’esempio di Egitto e Russia dove questa convergenza c’è e c’è stata commentando che i due Paesi “non mi sembrano entrare nelle democrazie occidentali”.
Poi visibilmente non critico né preoccupato per lo stallo che ha lasciato pochi passi indietro, prima di correre a prendere il treno, come spiega, dichiara il suo sogno. “Il mio sogno – conclude Renzi – è che Mattarella sia l’ultimo Presidente della Repubblica eletto così”. Nel “sogno” di Renzi un’elezione popolare con campagna elettorale, giri “casa per casa”, talk e tweet. “È arrivato il momento di fare eleggere il Presidente della Repubblica ai cittadini”. Renzi spiega come il sistema sia superato, un sistema “molto barocco” lo definisce che racconta un Paese che non c’è più, in sostanza.
(foto di Adnkronos)
