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Ragusa: neonato abbandonato alla nascita dovrà tornare ai genitori naturali

Era il 4 novembre 2020 quando un neonato, con ancora il cordone ombelicale attaccato, fu ritrovato dentro un sacchetto della spesa a Ragusa. 

Dopo che i medici dell’ospedale gli salvarono la vita il piccolo fu dato ad una famiglia affidataria che lo ha cresciuto fino ad oggi. Ma il Tribunale per i minorenni di Catania, dopo un intervento della Corte di Cassazione, ha deciso oggi che quel bambino dovrà tornare ai genitori naturali. I giudici hanno stabilito che il piccolo venga riportato dalla madre entro il 28 dicembre. Questo nonostante il fatto che ad entrambi i genitori naturali venga contestato il reato di abbandono di minore, per cui il padre è già stato condannato a due anni di reclusione, mentre la madre naturale dovrà rispondere dello stesso reato il 9 febbraio.

Si scoprì poi che l’uomo che aveva “ritrovato” il piccolo dentro la busta della spesa e successivamente dato l’allarme, in realtà non era altro che il padre naturale. Come ricostruito da Repubblica, il 4 novembre 2020il padre aveva finto di aver ritrovato il bambino davanti al suo negozio e aveva chiamato i soccorsi. Portato in ospedale, era stato salvato e poi affidato a una famiglia residente nel Siracusano. La stessa famiglia che ora si vede portare via il bambino che ha accudito per ben tre anni.

Il piccolo era nato da una relazione extraconiugale tra l’uomo e la donna che ha partorito il piccolo abbandonato e che aveva altri due figli di cui una avuta sempre con lo stesso uomo. La donna ha sempre affermato di non aver mai voluto abbandonare il figlio, ma di aver contattato il padre per farsi aiutare dopo aver partorito. L’uomo avrebbe appreso in quel momento della gravidanza e del parto e, questa la linea difensiva dei suo legali, in preda a uno squilibrio psichico avrebbe agito in modo irrazionale.

Sul portale Change.org è stata lanciata una petizione per far sì che il bimbo rimanga con la famiglia affidataria. Si chiama “Lasciate Miele con la sua mamma e il suo papà“, soprannominato Miele per tutelarne la privacy, ed ha già racconto oltre 2mila firme. Nella petizione i genitori si sono appellati anche alla Commissione Onu per i diritti del fanciullo, “per la vera applicazione della legge, la 184/1983, che, stante l’affido pre adottivo, non prevede il riconoscimento tardivo da parte della famiglia biologica nè la revoca dello stato di adottabilità del bambino“. 

Cosa che invece ora gli avvocati dell’uomo, già condannato, stanno contestando così chiedono l’annullamento della dichiarazione di adottabilità del bambino. Secondo i suoi avvocati, il Tribunale dei minorenni non avrebbe verificato l’esistenza dei genitori naturali del piccolo, negando loro il diritto di “ravvedimento“.

Ora la famiglia affidataria ha presentato ricorso contro la decisione del Tribunale per i minorenni per poter continuare a crescere il loro figlio e poterlo finalmente adottare.

 

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