Referendum 12 giugno, recap: i quesiti, le schede, i Sì

Impazza la polemica sulla mascherina al momento del voto. Ma la domanda è: votiamo? voteremo? abbiamo chiaro cosa ci viene chiesto di abrogare o no? Facciamo un carrellata sui 5 quesiti al centro del Referendum. Si vota il 12 giugno 2022 dalle 7 alle 23.

I cinque quesiti, le cinque schede, cosa succede votando Sì

Il primo riguarda la Legge Severino e l’incandidabilità. Il referendum numero uno è sulla scheda di colore rosso. Riguarda l’abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Si chiede di cancellare la Legge Severino che esclude dalle elezioni e dagli incarichi in politica le persone condannate. Attualmente è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna. Col Sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo. Si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Il secondo referendum riguarda le misure cautelari. Il referendum numero due si trova nella scheda di colore arancione. Il tema è la limitazione delle misure cautelari. Si chiede l’abrogazione dell’ultimo inciso dell’articolo 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale. Si chiede, più nel dettaglio, di eliminare la norma sulla “reiterazione del reato” dall’insieme delle motivazioni per cui i giudici possono decidere la custodia in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini, quindi prima del processo. Col Sì si elimina il pericolo della reiterazione del reato tra le misure cautelari. L’arresto preventivo rimarrà comunque possibile in caso di pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. Il referendum punta quindi a mantenere il carcere cautelativo solo per chi commette i reati più gravi.


Il terzo referendum riguarda la separazione delle carriere dei Magistrati. Il referendum numero tre è sulla scheda di colore giallo. È sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Chiede l’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Se vince il ‘Sì’ si introduce nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere. I magistrati, cioè, dovranno scegliere dall’inizio della carriera se assumere il ruolo di giudice nel processo, assolvendo la funzione giudicante, o quello di Pubblico ministero, assolvendo invece la funzione requirente, colui che coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria. Questo per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Oggi si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di Pm e viceversa.

Il quarto referendum è in merito alla valutazione sui Magistrati. La scheda è di colore grigio. Il tema è la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. La richiesta è di abrogare norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei Consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.
In pratica, si chiede la valutazione sui Magistrati da parte anche di altre figure di esperti nella materia giuridica, oltre che delle toghe. Gli avvocati, ma anche i professori universitari, parte di Consigli giudiziari, potrebbero quindi votare. Se vincesse il Sì sull’operato dei Magistrati e sulla loro professionalità. Attualmente la valutazione della professionalità e della competenza dei Magistrati è operata dal CSM che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli giudiziari, organismi territoriali nei quali, però, decidono solo i componenti appartenenti alla magistratura. Con il referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di avere voce in capitolo nella valutazione come consiglieri ‘laici’.

L’ultimo quesito referendario riguarda l’elezione dei togati del CSM. Il referendum numero 5 ha la scheda di colore verde. Chiede l’abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. Si chiede l’abrogazione della legge 24 marzo 1958, n. 195 ovvero le ‘Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. Riguarda in particolare la parte che prevede l’obbligo di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare come membri dell’Organo di autogoverno della magistratura. Si tratta del quesito sulla riforma del CSM che ha come obiettivo lo stop al sistema delle cosiddette ‘correnti’, finite nel mirino delle polemiche dopo il caso Palamara per le nomine ai vertici delle Procure. Con il Sì si tornerebbe alla legge originale del 1958: tutti i magistrati in servizio potrebbero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura.
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