Resta alta la tensione nel nord del Kosovo

Resta alta la tensione tra Serbia e Kosovo.  Nel quartiere serbo di Mitrovica, la città di frontiera divisa in due, sventola la bandiera della Serbia e, nei bar, l’attrazione è il discorso televisivo di domenica del presidente serbo Aleksandar Vučić che ha dichiarato che il suo Paese “proteggerà la minoranza serba in Kosovo”. 

Non ci saranno code di rifugiati e salveremo il nostro popolo dalle persecuzioni e dai pogrom – ha detto il Presidente serbo commentando – Difenderemo la minoranza serba, se non vuole farlo la Nato e se non vuole farlo la forza di pace del Kosovo (KFOR)”.

Anche Josep Borrell, responsabile della politica estera dell’Unione Europea, ha confermato  il fallimento del tentativo di mediazione tra Vucic e il Premier  kosovaro Albin Kurti, per ridurre o smussare  in modo duraturo le tensioni tra le due parti.

Kurti, su invito delle forze dell’Alleanza atlantica, ha rinviato l’attuazione delle misura di un mese, al 1° settembre, quando  se non si raggiungerà un compromesso potrebbero insorgere nuove tensioni da parte della comunità serba.

Intanto truppe della Nato in Kosovo di cui è parte significativa la presenza dei militari italiani, dei Carabinieri della Unità Specializzata Multinazionale    e delle Forze Armate USA, sono state dispiegate in assetto combact, sulle principali strade del nord del Kosovo, dichiarando di essere pronte a proteggere la libertà di movimento di tutte le parti in causa.

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