Un agente della Polizia penitenziaria, in servizio nel carcere di Regina Coeli a Roma, è stato sospeso dal servizio. La misura interdittiva è stata disposta dal gip Maria Gaspari dopo l’inchiesta a seguito della morte di un detenuto di 28 anni di origine eritrea che si è suicidato nel penitenziario di via della Lungara il 29 giugno dell’anno scorso. Il giovane era entrato nel carcere il 12 novembre 2021 ed era stato inquadrato come soggetto psichiatrico a rischio per la propria incolumità. Il detenuto era stato collocato in diversi reparti della casa circondariale e sottoposto al regime della sorveglianza a vista a causa di numerosi episodi di autolesionismo e due tentativi di suicidio.
Il giorno del suicidio, il 28enne, che si era impiccato con un lembo del lenzuolo al montante della porta, era sottoposto al regime di ‘grandissima sorveglianza’ con obbligo di controlli del personale di Polizia penitenziaria “cadenzato ogni 15 minuti”. L’analisi dei documenti acquisiti e dei filmati estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso “hanno consentito di accertare che il personale della Polizia penitenziaria aveva omesso i dovuti controlli di sicurezza” e dopo il ritrovamento del cadavere “aveva cercato di coprire le omissioni falsificando il registro dei controlli”.