Rudy Guede torna, anche formalmente, libero per fine pena. Il Magistrato di sorveglianza di Viterbo gli ha infatti concesso la liberazione anticipata prevista dalla legge sull’ordinamento penitenziario e l’ufficio esecuzione della procura di Milano ha emesso l’ordine di scarcerazione. Il suo difensore, l’avvocato Fabrizio Ballarini, aveva avanzato la richiesta di concedere 45 giorni di sconto sul fine pena che sarebbe arrivato il 4 gennaio 2022.
Rudy Guede subito dopo il delitto di Meredith Kercher lasciò Perugia per la Germania. Qui fu arrestato il 20 novembre, dopo che la scientifica riuscì a identificare il suo DNA, era stat estradato in Italia il 6 dicembre 2007. Come da richiesta dei suoi avvocati di allora, Nicodemo Gentile e Walter Biscotti, Guede ha ottenuto dal giudice per l’udienza preliminare Paolo Micheli la concessione del rito abbreviato di giudizio. In tutti questi anni, l’oggi 35enne, ha sempre ammesso di trovarsi nella casa dove è avvenuto l’omicidio ma di non averne mai fatto parte.
Durante gli interrogatori e l’udienza Rudy Guede rese una testimonianza riguardante un “biondino“, indossante “una felpa Napapijri” e non meglio identificato, che si sarebbe vantato dell’omicidio. Il sospettato fu nominato nella sua prima versione difensiva e venne da qualcuno identificato con un tossicodipendente di Perugia. A casa sua sarebbero stati trovati jeans insanguinati ma la polizia non lo avrebbe mai sospettato. Rudy Guede disse che Meredith l’aveva invitato a casa sua, che ebbero un parziale rapporto sessuale e che lei fu aggredita mentre lui era in bagno. Al suo ritorno in camera disse che “era per terra, colpita, e aveva i jeans. Chino su di lei c’era un giovane biondo, con una cuffia bianca e una felpa Napapijri. Ha cercato di colpirmi con un coltello.“
L’avvocato Fabrizio Ballarini, ha detto all’Adnkronos: “È il momento conclusivo di una vicenda dolorosa. Il primo pensiero va alla vittima e alla sua famiglia. Rudy Guede ha fatto un percorso rieducativo eccellente: un percorso riconosciuto anche dal magistrato di sorveglianza“.
D’altronde motivando la concessione dell’affidamento ai servizi sociali, il Tribunale di sorveglianza aveva evidenziato come il percorso di Rudy Guede in carcere fosse “del tutto privo di qualsiasi mancanza sotto ogni profilo“. Parlando anche di “permanente adesione all’opera di rieducazione“. Un cammino nel quale è stato seguito dal Gavac, il Gruppo assistenti volontari animatori carcerari, che opera al Mammagialla di Viterbo e la sua collaborazione con il Csc.