Russia, la guerra inizia a costare troppo. Ma Putin non torna indietro

Una Russia piegata di fronte alle sanzioni belliche? Questo è ciò che iniziante sembrava. Un isolamento che l’avrebbe costretta alla resa, ma Putin, questa intenzione, non l’ha mai avuta. Tuttavia continuare a finanziare i mezzi comincia a diventare una fatica (almeno per la Russia). La guerra costa – e non è una novità – e dura anche troppo.

L’economia sta facendo un passo indietro. Secondo quanto riportato da Adnkronos, il Rublo si trova al minimo storico e la Governatrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, continua ad alzare i tassi, e il costo del denaro, nel tentativo di limitare i danni. Anche la qualità della vita del popolo russo sta cambiando e ad essere colpite sono le classi meno agiate.

Motivazione non valida per Putin che non intende indietreggiare: la guerra deve vincerla a tutti i costi. Il Governo russo ha stanziato per le spese militari il 70% in più dello scorso anno. Soldi che vengono presi attraverso ogni forma: estorsioni alle aziende straniere costrette a lasciare la Russia, con una iper tassazione di quelle rimaste e togliendo risorse a qualsiasi altra voce di spesa. Il dato significativo è quello che porta al 6% del Pil la spesa militare, superando per la prima volta la quota destina a quella sociale. Ma quanto può durare la riserva della popolazione?

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