Incontro sul salario minimo domani, venerdì 11 agosto, tra la premier Giorgia Meloni e le opposizioni. Sarà presente la segretaria del Pd Elly Schlein. Con Giuseppe Conte anche la coordinatrice del comitato per le politiche del lavoro Nunzia Catalfo. Con Calenda anche il Capogruppo alla Camera Matteo Richetti. Per Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. Per Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera Franco Mari. Per Più Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova.
Il punto di vista delle opposizioni: Calenda, Bonelli, Conte
Domani al tavolo con Meloni avremo un atteggiamento “costruttivo”, ha assicurato Calenda, ospite di Agorà Estate su Rai Tre. “Mi aspetto che si discuta seriamente di un problema che tocca 3 milioni e mezzo di cittadini che lavorano tanto e non arrivano a fine mese. Secondo noi c’è un principio di base, che esiste in tutti i grandi Paesi occidentali, per cui chi lavora deve guadagnare almeno 1.200 euro netti al mese ovvero 9 euro l’ora“, ha detto ancora Calenda. .
“La Presidente Meloni ribadisce il suo no al salario minimo, allora la domanda sorge spontanea: cosa ci ha convocato a fare? Noi diremo alla presidente Meloni che in 21 Paesi europei su 27 il salario minimo esiste per dare una risposta alla precarizzazione del lavoro e alle persone che sono sottopagate”. Così Angelo Bonelli, co-Portavoce di Europa Verde e deputato Avs.
“Il paradosso è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, con il risultato di peggiorare per paradosso il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Titolo accattivante ma risultato che rischia di essere controproducente”, ha detto ieri Meloni, nella sua rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia’.
Immediata la replica di Conte: “Ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia. Su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta. Che è chiara: se un contratto collettivo prevede una retribuzione per un lavoratore di 5 euro l’ora, con la nostra proposta quella retribuzione sale a 9. Se prevede 11 euro l’ora, rimane a 11. Non scende certo a 9”. “A questo punto si comprende come l’incontro di venerdì a Chigi si preannunci in salita – ha aggiunto il leader M5S – Il governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi. Non ci fermiamo. Vorrà dire che nel corso dell’incontro proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici”.