Salario minimo, i Comuni pentastellati sfidano il Governo . Conte: “Non arretreremo di un millimetro“

Conte al Senato per la conferenza sul salario minimo sottolinea il valore della delibera comunale di Bacoli e avverte: “Troviamo altre strade per arrivare al risultato”. Il Sindaco Della Ragione lancia l’appello: “Chiedo all’ANCI di agire insieme”.

Dai Comuni e dalle Regioni si alza il vento della rivoluzione del salario minimo: il di dentro del Paese si anima, foraggiato dalla forza nazionale del Movimento Cinque Stelle, per attuare iniziative sul territorio comunale, nonostante il “muro”, le “menzogne” e la “noncuranza” del Governo.

Fra queste, emerge l’approvazione della delibera sul salario minimo comunale a Bacoli, nel napoletano, su iniziativa del Sindaco Josi Gerardo Della Ragione: “un esempio illuminante per perseguire l’obiettivo di tutelare la dignità del lavoro” – ha ammesso il Presidente del M5S Giuseppe Conte, intervenendo durante la conferenza intitolata “La dignità del lavoro passa per il salario minimo“, tenutasi oggi nella Sala Nassirya del Senato, su iniziativa e organizzata dalla Vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone.

Salario minimo, Conte: “Rivoluzione annunciata, ma non realizzata”

“È evidente – ha dichiarato il leader dell’opposizione pentastellata– che la nostra Costituzione è piena di promesse: parla di diritto al lavoro, di condizioni che rendano effettivo questo diritto epreannuncia una rivoluzione che ancora non si è realizzata nel nostro Paese, se oggi parliamo di salario minimo universale”.

L’ex Presidente del Consiglio ha poi sottolineato i problemi arrecati dai contratti pirata, sottoscritti da sigle sindacali minoritarie e proliferati negli ultimi anni soprattutto per carenza di regole condivise: “Oggi abbiamo contratti collettivi recensiti dal Cnel di cui alcuni sono pirata – ha sostenuto – Si evince non solo l’offesa al lavoratore, ma anche la concorrenza sleale di datori di lavoro che risparmiano in modo irragionevole e indegno sul costo del lavoro. Ecco perché misure come quelle introdotte a Bacoli sono vitali e rappresentano una best practice da replicare”.

La delibera a Bacoli: “Misura contro la schiavitù moderna”

Quella di Bacoli, ha affermato il Sindaco Della Ragione, si inserisce “nel buon agire amministrativo che dovrebbe interessare tutti i sindaci, affinché si assumano l’onere di rappresentare tutto il territorio e non solo di un partito”. La delibera comunale approvata prevede il salario minimo per tutti gli appalti e le concessioni comunali che riguardano il comune flegreo. Chi lavorerà per il Comune, o chi si aggiudicherà una concessione demaniale o comunale, dovrà assicurare che nessun lavoratore guadagni meno di 9 euro l’ora. Una misura che Della Ragione ha definito “a difesa dei lavoratori contro la schiavitù moderna di chi è costretto ad adeguarsi a stipendi da fame e contro gli imprenditori che in realtà sono prenditori, vale a dire coloro che si appropriano di beni pubblici e ne traggono vantaggio solo per loro stessi. Chiedo all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr) – questo il suo appello – che tutti i Comuni si facciano carico della questione e introducano il salario minimo”.

Da Bacoli a Quarto, le best practice in Campania

Dello stesso avviso, è stato il Consigliere comunale di Quarto Andrea Varchetta, il cui auspicio è “creare movimento dai territori per mandare a casa un Governo che non conosce la parola dignità”. Anche il Comune di Quarto ha recentemente avanzato una proposta di salario minimo comunale, sul modello di Bacoli.

C’è un nuovo vento che parte dai Comuni e dalle Regioni – ha dichiarato il Consigliere regionale della Campania Gennaro Saiello a proposito delle delibere comunali approvate – che rappresentano un solco fra le direttive di questo Esecutivo che dimentica i lavoratori e le lavoratrici. Quella del salario minimo è una battaglia connaturata al Movimento Cinque Stelle e continuerà nonostante i continui affossamenti”.

Conte: “Non arretreremo di un millimetro, avanti con PDL popolare

Le forze di maggioranza devono sapere che noi non arretreremo di un millimetro – è il monito di Giuseppe Conte che ha chiuso i lavori – Come un torrente in piena, quando troviamo ostacoli troveremo un’altra strada per arrivare al risultato”. Il 2 maggio scorso è stata infatti depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare, che dopo l’ultimo scontro avvenuto alla Camera con un testa a testa ostinato con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, riaccende la miccia di una disputa destinata a durare ancora a lungo.

(di Emanuela Felle)

 

 

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it