Ilaria Salis, il padre: “Non mi fermo”

“Nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della Magistratura ungherese”, il Segretario generale della Farnesina, ambasciatore Riccardo Guariglia, “ha espresso la ferma aspettativa del Governo” italiano “affinché alla Signora Salis sia accordato al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere”.

Roberto Salis: “non mi fermo”

“Sapevo che sarebbe stato emotivamente molto difficile, per me e mia moglie, vedere Ilaria trascinata in catene in tribunale. Ma di fronte a questo, certo non mi fermo, anzi, mi sento sempre più motivato a tirarla fuori di lì”, ha detto, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, Roberto Salis, padre di Ilaria, detenuta in carcere in Ungheria.

“Sono riuscito a incontrarla per la prima volta da un anno a questa parte, senza un vetro divisorio in mezzo a noi”, ha continuato. Ilaria si dichiara innocente, e porterà in aula tutte le motivazioni per dimostrare la sue estraneità alle accuse. Il punto è un altro: mia figlia deve uscire di lì, bisogna tirarla fuori. Denunciamo da tempo le condizioni in cui è detenuta, la privazione dei diritti fondamentali di una cittadina italiana, in un Paese europeo – ha aggiunto – Non è civile celebrare un processo equo in queste condizioni. Su questo mi sarei aspettato una indignazione trasversale”. “Invece mi tocca leggere ancora certi titoli che la definiscono ‘l’anarchica’ e simili. Mia figlia ha preso le distanze da certe posizioni già da tempo. Lei è un’antifascista, punto”, ha concluso.

“Siamo rimasti tutti colpiti da ciò che è successo ieri, anche se llaria aveva già raccontato come veniva trasportata in tribunale. Con le catene, tirata dalle guardie penitenziarie in tenuta anti sommossa. Ilaria è forte, cerca di reagire. Sorrideva perché per la prima volta ha visto gli amici, i genitori. Ha visto me. Io non sono mai riuscito a ottenere prima un colloquio con lei”, ha detto a “The Breakfast Club” su Radio Capital, Eugenio Losco, l’avvocato di Ilaria Salis, la 39enne detenuta da febbraio in un carcere a Budapest, accusata di aver aggredito due militanti neonazisti durante una manifestazione. “Il problema è che l’udienza è stata spostata a maggio, si è parlato anche di udienze a ottobre. C’è il rischio che questo processo non finisca entro il 2024. E per il momento è stata confermata la sua custodia cautelare in carcere fino alla fine del processo di primo grado. È inaccettabile” ha denunciiato l’avvocato Losco aggiungendo: “le condizioni nel carcere continuano a essere disumane e degradanti. Non rispettano le normative europee. Ilaria ci ha confermato ieri che continuano a esserci scarafaggi nella cella dove dorme, cimici nel letto e topi negli spazi comuni. Ha solo un’ora d’aria al giorno, in un cortile minuscolo e con sopra una grata”.


“Noi è da mesi che chiediamo un intervento del governo italiano – ha continuato il legale – il tempo degli appelli è finito. Abbiamo bisogno dell’aiuto del governo per riportarla a casa e si può fare: le normative europee consentono a una persona che appartiene alla comunità europea di avere i domiciliari nel suo paese di residenza. E per questo ci vuole un intervento del governo che assicuri alle autorità ungheresi che verranno fatti i dovuti controlli per evitare quel pericolo di fuga che l’Ungheria continua a sostenere. Io sono molto preoccupato – ammette Losco – confido nell’intervento ministeriale. Ma la palla ora è in mano al tribunale ungherese che ha dimostrato una durezza estrema”.

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