San Marino approva la sua legge sull’aborto. Avviene a quasi un anno dallo storico referendum sulla legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza. Da oggi l’aborto a San Marino non è più considerato reato.
Il Consiglio Grande e Generale: 32 sì, 7 no, 10 astenuti
Il Consiglio Grande e Generale, l’organo parlamentare sammarinese composto da 60 deputati, ha approvato ieri in seconda lettura la proposta di legge. Sono stati 32 i voti favorevoli, sette i contrari e dieci gli astenuti. Prima dell’approvazione, la dichiarazione inusuale e fuori dal cerimoniale dei Capitani Reggenti, i Capi di Stato. Questi hanno ringraziato la Segreteria istituzionale e le forze politiche che hanno meditato “per raggiungere un risultato che desse attuazione di un referendum”.
Non è passato un emendamento che voleva facoltativo il passaggio della donna in gravidanza dal consultorio entro la 12esima settimana di gestazione. Per questo adesso nella norma, la Legge 21, questo momento è obbligatorio per tutte le donne. Si può soltanto optare per un incontro dal vivo o da remoto.
Unione donne sanmarinesi, “un punto di partenza”
L’Unione donne sanmarinesi (UDS) promotrice del referendum ha descritto quanto accaduto come “un punto di partenza”. A seguito dell’approvazione le donne, provenienti da tutti gli schieramenti politici del Paese si sono ritrovare in Piazza della Libertà e davanti a Palazzo Pubblico per festeggiare.
“Ci voleva l’organizzazione e la forza di UDS per farcela, tutte assieme, anello di una catena emancipatoria che parte da lontano e non si ferma qui, non si ferma più. Ce la intestiamo tutta”, ha commentato su Facebook Vanessa Muratori, ex Parlamentare di sinistra e prima donna in politica ad intraprendere quasi 20 anni fa la battaglia per l’aborto.