Sanità, stiamo tornando ai livelli pre pandemia?

Secondo quanto dichiarato, in un dettagliato post pubblicato oggi sul proprio profilo social, dalla Senatrice Mariolina Castellone (M5S) Vicepresidente del Senato e medico ricercatrice esperta di sanità pubblica, le risorse stanziate dal Governo per l’assistenza sanitaria nazionale sarebbero solo “briciole” e all’orizzonte della salute degli italiani si paventerebbe un deludente e preoccupante ritorno ai tempi della sanità pubblica pre- Covid.

Al contrario di quanto ci si sarebbe aspettato, sembrerebbe che l’esperienza vissuta da medici, infermieri e pazienti durante la pandemia, visti i provvedimenti adottati dal Governo,  non abbia  aiutato a capire e riparare gli errori che in quel drammatico evento hanno messo letteralmente in ginocchio l’intero Sevizio Sanitario Nazionale, i cui effetti negativi perdurano ancora oggi.

Non possono passare inosservati, infatti, i disagi,  quotidianamente accusati dai cittadini che si rivolgono al SSN, a causa delle lunghe liste di attesa per le visite ambulatoriali, per gli interventi chirurgici, per gli esami diagnostici, obbligando  i pazienti a rivolgersi alla sanità privata, accessibile, però, solo alle fasce più abbienti e che di certo non sono la maggioranza dei cittadini che necessitano di  ricorrere alle cure. Per non parlare della grave e precaria situazione in cui si trovano i Pronto Soccorso, il servizio per le emergenze urgenze del 118 e la medicina del territorio,  per la cronica e crescente mancanza di personale medico e paramedico,

La spesa in Sanita’ – scrive la Senatrice – si calcola non in valore assoluto ma rispetto al Pil. I dati ci dicono che con 114,4 miliardi nel 2019, l’Italia arriva alla pandemia con un livello di finanziamento rispetto al Pil del 6,4%, contro il 9,8% della Germania, il 9,3% della Francia e il 7,8% del Regno Unito (dati Ocse).  Nel 2020 invece toccammo la quota record di 120,5 miliardi, pari al 7,3% del Pil.”

Del resto la storia nasce da lontano, perché è noto che i Governi  antecedenti al 2019, ogni qualvolta si rendeva necessario tagliare la spesa pubblica, hanno sempre scelto irresponsabilmente di penalizzare la scuola e il Sistema Sanitario Nazionale, creando a cascata un gap gravissimo di investimenti nella ricerca scientifica e aumentando così per il nostro Paese la dipendenza dei vantaggi terapeutici, derivanti dell’innovazione in campo farmacologico e clinico, da quanto realizzato all’estero.

A chi oggi viene a dirci che questo governo raccoglie una pesante eredità – precisa Mariolina Castellone – ricordo che l’eredità era ben più pesante quando siamo andati noi al Governo, dopo dieci anni in cui in sanità si era solo tagliato. In più, siamo stati investiti in maniera violenta dalla tempesta della pandemia. Eppure abbiamo invertito la rotta ricominciando ad investire in sanità”.

Ma il punto è – precisa Castellone – che dal momento in cui si va al Governo, le responsabilità stanno, appunto, in capo a chi governa. E chi governa oggi avrebbe dovuto continuare ad investire adeguatamente in Sanità”.

Il Governo – aggiunge la Vicepresidente del Senato – dice che il taglio in rapporto al Pil avrà un impatto solo nel 2024, mentre negli anni successivi il finanziamento in valori assoluti crescerà. Ma non è così che si misurano gli investimenti bensì sempre in rapporto al Pil.  Infatti, il finanziamento al servizio sanitario cresce ma solo sulla carta: 123,4 miliardi nel 2021; 125,98 nel 2022; 136 nel 2023; 132,7 nel 2024 e 135 miliardi nel 2025. Siccome però i soldi si pesano rispetto al Pil, siamo passati dal 6,4% del 2019 al 6,9% del 2021, e poi la curva si inverte: 6,6% nel 2022, 6,7% nel 2023, al 6,3% nel 2024”.

I dati parlano chiaro e ci dicono che solo per adeguarsi ai livelli raggiunti dalla Germania e dalla Francia servirebbero all’Italia almeno 40 miliardi in più all’anno e 20 miliardi per raggiungere quanto meno il Regno Unito.

La dura lezione del Covid – conclude la Senatrice – e i buoni propositi, sembrano solo un ricordo lontano”.

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