Elly Schlein sta per superare quota 120, il numero delle tappe di una campagna elettorale oggettivamente ‘muscolare‘, fatta casa per casa.
Oggi c’è la 119esima tappa a Firenze e Modena e quindi domani la 120esima con chiusura simbolica a Padova in ricordo di Enrico Berlinguer che tenne lì il suo ultimo comizio nella campagna delle europee 40 anni fa. Tantissime piazze e grande partecipazione, dicono i suoi.
“Impressionante“, è stato il commento di Nicolas Schmit, candidato presidente del PSE, che ha accompagnato Schlein nel tour pugliese. Ma dal Nazareno nessuna previsione. “L’asticella porta jella“, è il mantra scaramantico della Segretaria DEM.
Però, al di là dei risultati di domenica notte, intanto c’è la soddisfazione per una campagna che ha riportato il PD tra la gente. Schlein la mette così: “Io sono abituata a campagne lunghe, con tanti appuntamenti, percorrendo il territorio palmo a palmo. E’ sfiancante, certo, ma noi abbiamo riportato il PD tra le persone. Questo è l’unico modo per arrivare ai cittadini, per alimentare il passaparola e non c’è niente di meglio del passaparola“.
Con un messaggio che nel lungo tour elettorale è stato sempre lo stesso: la questione sociale. Ovvero sanità e lavoro, innanzitutto. E anche ieri, nel giorno dello ‘sbarco’ in Albania di Giorgia Meloni, Schlein è sempre lì che torna a battere: “Meloni va a 4 giorni dal voto a fare un costosissimo spot elettorale in Albania per un’operazione che doveva costare 600 milioni e ora ne costerà 800. Non venissero più a dirci che non ci sono soldi per medici e infermieri…“.
Schlein rivendica che il ‘martellamento’ sulla sanità ha costretto Meloni ad intervenire. Peccato, è il giudizio del Pd, con “un decreto che è fuffa“.
“Ho trovato molto grave la presa in giro degli italiani con il decreto di ieri che non mette una risorsa in più” – incalza Schlein. “Se si vogliono davvero abbattere le liste di attesa, serve mettere più risorse e assumere personale. Bisogna sbloccare le assunzioni messo dal governo Berlusconi quando Meloni era ministra” – dice in tv da Bruno Vespa che le ricorda però come il PD al Governo non abbia cambiato la norma. “Se avessimo fatto tutto bene, io ora non sarei Segretaria del PD…” – replica Schlein.
L’attacco al governo viene ripetuto da tutti i dirigenti del PD che martedì hanno inondato l’account Instagram di Giorgia Meloni, smontando il decreto del governo sulle liste d’attesa, in una sequenza di post al video social della Presidente del Consiglio.
C’è soddisfazione tra i vertici Dem per la compattezza con cui il PD si è mosso in campagna elettorale. C’è stato un ‘caso’ sulle parole di Marco Tarquinio sullo scioglimento della Nato ma rientrato rapidamente in accordo tra le varie anime PD.
E a Vespa che ieri le ha chiesto se ‘tifa’ per i candidati più radicali, visto che a Bergamo in un comizio con Giorgio Gori e Cecilia Strada, Schlein ha invitato al voto per la candidata indipendente, la segretaria replica così: “Io sostengo tutte le candidate e i candidati del Pd e i nostri bravi amministratori come Giorgio Gori, Stefano Bonaccini” con cui sarà oggi a Modena, martedì “ero con Antonio Decaro e sarò oggi con Dario Nardella. Ma naturalmente sostengo anzitutto le capolista e i capilista del nostro partito, Cecilia Strada al Nord Ovest, Lucia Annunziata al Sud e Stefano Bonaccini nel Nord Est. Si vota con tre preferenze, due donne e un uomo oppure due uomini e una donna. Votateli tutti perché votare fa la differenza”.