Scontro tra Saviano e CasaPound: lo scrittore vince la causa

Saviano afferma che il Tribunale di Roma ha dato ragione a lui nella controversia con CasaPound. Nel 2018, Saviano aveva definito il movimento come “una ridicola organizzazione promiscua con la criminalità organizzata nella peggiore tradizione fasciocriminale”. CasaPound ha citato Saviano in giudizio, ma il Tribunale ha ora stabilito che le espressioni utilizzate da Saviano, come “organizzazione promiscua” e “aspiranti fascistelli di CasaPound“, non possono essere considerate diffamatorie o denigratorie.

Il Tribunale ha sostenuto che il termine “organizzazione promiscua” può essere interpretato come la vicinanza tra entità geneticamente diverse, e che tale connotazione non è diffamatoria. Inoltre, l’espressione “aspiranti fascistelli di CasaPound” è stata giustificata in base agli espliciti riferimenti positivi al Ventennio contenuti nel programma dell’Associazione CasaPound.

Saviano conclude il suo post affermando che ora è possibile legittimamente definire CasaPound come un’organizzazione contigua al crimine organizzato senza timore di essere citati in giudizio, poiché ci sono numerose fonti e documentazione a sostegno di questa affermazione. Infine, Saviano rivolge una domanda al Ministro Piantedosi, chiedendo se, ora che la sentenza ha stabilito questa definizione, il governo darà immediatamente seguito alle promesse di fermare le occupazioni e accelerare gli sgomberi, permettendo all’immobile occupato da CasaPound di trovare una migliore destinazione.

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