“Scoperte e Rivelazioni”, Sgarbi e la sua caccia ai tesori dell’arte

Il nuovo libro del critico d’arte, Vittorio Sgarbi, edito da “La Nave di Teseo”, racconta dei tesori scoperti negli anni tra le collezioni private e pubbliche del Bel Paese.

Secondo uno dei suoi collaboratori, Vittorio Sgarbi ha circa 210 anni. In effetti dormendo poche ore a notte e viaggiando per tutta la vita in tre luoghi d’Italia diversi al giorno, il calcolo è presto fatto: tre vite in una. Onnipresente nell’ambito culturale da oltre 45 anni, eterno viaggiatore del Grand Tour (basti pensare che è stato a Treviso 256 volte) è riuscito nella sua vita a trovare bellezza ovunque, ma non solo. L’attuale Sottosegretario alla cultura è anche uno dei più grandi ‘cani da tartufo’ di opere d’arte.

Musei, palazzi, case d’aste e pievi di provincia sono il terreno di questa caccia al tesoro che il critico conduce in prima persona, percorrendo chilometri attraverso l’Italia (ad oggi un milione), osservando le opere dal vivo, studiando i cataloghi, scovando sculture di Antonio Canova in case private (ben due negli ultimi due anni), o affreschi di Piero della Francesca ignaramente custoditi da collezioni pubbliche.

Di cosa parla il libro

“Ci sono quadri che portano in sé un mistero che appare impenetrabile, sia per l’assenza di dati di provenienza, sia per una resistenza a fornire elementi di riconoscibilità, che sono gli stessi per cui l’occhio ritrova i tratti del padre o della madre nel figlio, sentendone l’aria di casa. Quest’ultimo esercizio, per il critico, ha qualcosa di magico. È una penetrazione oltre la superficie delle immagini, per individuare l’anima dell’autore, la sua natura profonda.”

La ricerca della bellezza

Vittorio Sgarbi interpreta da sempre la sua missione di critico d’arte come un’appassionata, e inesauribile, ricerca di bellezza. Una bellezza che si mostra spesso evidente, riconoscibile, documentata, e chiede solo di essere raccontata. Ma accade talvolta che, al contrario, rimanga celata perché nascosta in luoghi remoti e meno battuti oppure annebbiata da attribuzioni frettolose e clamorosi abbagli o, ancora, semplicemente dimenticata nel corso del tempo.

È in questi casi che il critico si fa esploratore, detective, cacciatore di capolavori perduti. Musei, palazzi, case d’aste e pievi di provincia sono il terreno di questa caccia al tesoro che Vittorio Sgarbi conduce in prima persona, percorrendo chilometri attraverso l’Italia, osservando le opere dal vivo, studiando i cataloghi.

L’occhio del critico restituisce così un patrimonio di bellezza finora sconosciuto: dalla straordinaria scoperta, diventata un caso mondiale, di un nuovo Caravaggio a Madrid al busto di Canova ritrovato in una collezione privata, dall’apparizione di nuove opere di Guido Cagnacci, Lorenzo Lotto e Guercino all’emozione di ampliare il catalogo di Jusepe de Ribera, Sassoferrato, Beniamino Simoni e Luca Giordano. Un viaggio inesauribile, che a ogni pagina rivela una sorpresa: Vittorio Sgarbi ci conduce al suo fianco nell’avventura dell’arte ritrovata.

Nella sua ultima fatica, “Scoperte e rivelazioni – Caccia al tesoro dell’arte”, il critico d’arte di Ro ci parla di questo, di una battuta di caccia lunga una vita, alla ricerca della bellezza perduta.

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